Sapevi che, a due passi da Milano, esiste una vera e propria città fantasma? Continua a leggere per scoprire la sua storia.
Il panorama della città fantasma che dista soltanto un’ora da Milano, è davvero surreale ma quanto mai veritiero.
La città fantasma che si trova ad un’ora da Milano è figlia del boom economico degli anni ’60, quando si credeva che i soldi potessero fare tutto. La città fantasma incarna un futuro possibile che, in realtà, non c’è stato e oggi versa nel degrado e nell’abbandono. Un luogo che, immancabilmente, la natura sta cercando di inglobare.
Il borgo in questione si chiama Consonno e fa parte del comune di Olginate. Essa è raggiungibile da Milano prendendo la Statale SS36, quella che giunge fino al Lago di Como. Si trattava del classico borgo della Brianza che catturò l’attenzione di Mario Bagno, il Conte della Valle dell’Olmo. L’imprenditore decise di fare proprio tutto Consonno. Poi, decise di demolire tutto ciò che c’era al fine di realizzare una città destinata al divertimento che egli avrebbe voluto somigliasse un po’ a Las Vegas. Il borgo era in una posizione panoramica ed era facile da raggiungere sia da Milano che da Como.
Perciò, iniziò anche una improbabile campagna di marketing con striscioni di benvenuto agli avventori che varcavano l’ingresso della cittadina. A caratterizzarla, una costruzione sovrastata da quello che voleva somigliare ad un minareto. In pieno boom economico, dunque Bagno decise di mettere in piedi una vera città dei balocchi, buttando giù edifici e creando strade.
Quindi, di fatto, Mario Bagno, nel 1962 acquistò tutta Consonno dalle famiglie Anghileri e Verga che possedevano gran parte degli immobili. con il passaggio delle quote, il Conte sborsò circa 22.500.000 lire. Quello che doveva essere un progetto unico nel suo genere, che avrebbe dovuto portare un volume d’affari senza precedenti, si rivelò fallimentare sin dai suoi esordi.
In primis, il Conte propose al sindaco di costruire una strada che avrebbe avuto lo scopo di collegare il borgo a Olginate. La strada, che era camionabile, venne subito realizzata ma intaccò quella che era la natura agricola del borgo, che venne snaturato. All’inizio del progetto e delle promesse dell’imprenditore, infatti, si sarebbero dovuti costruire soltanto alberghi che non potevano altro che essere appetibili per i residenti. Poi, però, iniziò la costruzione della Las Vegas. Il brutto è che l’imprenditore la sera iniziava un progetto e la mattina lo faceva demolire.
L’equilibrio idrogeologico del borgo, a causa del lavoro delle ruspe, cambiò irrimediabilmente tanto che, nell’autunno del 1966 la zona fu interessata da numerose frane. La questione venne denunciata da Italia Nostra. I vecchi proprietari di casa si ritrovavano dalla sera alla mattina a vivere accampati in capannoni.
Il pase dei balocchi rimase in attività per poco tempo. L’imprenditore cercò di rilanciarlo negli anni ’80 con l’ideazione di una casa di riposo ma niente. Quella che oggi è una città fantasma ancora desta tanta curiosità.