Lo spot sarebbe dovuto andare in onda a fine gennaio 2024. È il secondo brand che “abbandona” l’influencer, dopo la ritirata di Safilo, che nelle scorse settimane aveva annunciato la fine della collaborazione con la Ferragni.
Intanto, mentre chi di dovere cerca di dipanare l’intricata matassa dell’affaire, Chiara è tornata sui social, condividendo alcune stories della madre – la scrittrice Marina Di Guardo – che la ritraggono al parco con i figli, Leone e Vittoria.
L’affaire Balocco continua a mietere “vittime”. Dopo Safilo, il gruppo specializzato nell’occhialeria Made in Italy, un altro brand si defila dalla collaborazione con l’influencer Chiara Ferragni. Questa volta è la Coca Cola a fermare lo spot con la Ferragni. La pubblicità era prevista per la fine di gennaio, in concomitanza con l’inizio del Festival di Sanremo, che lo scorso anno ha visto Chiara come una delle protagoniste più discusse. A dare la notizia dell’interruzione della collaborazione con Coca Cola è la Repubblica, ma per il momento non sono pervenute note ufficiali, né dall’entourage della Ferragni né da quello dell’azienda.
Nelle scorse settimane era stato il brand Safilo ad annunciare lo stop alla collaborazione, “a seguito di violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio”.
Intanto mentre il caso Balocco entra nelle aule di giustizia, e gli inquirenti cercano di far luce sulla vicenda, Chiara Ferragni è tornata a piccoli passi sui social. Prima in un video del marito, in cui si vedono l’influencer e i bambini festeggiare l’arrivo del nuovo anno (nettamente in anticipo rispetto alla mezzanotte), poi nelle storie della mamma, Marina Di Guardo, che ha pubblicato delle foto di Chiara con Vittoria e Leone al parco.
Un ritorno alla normalità, che l’influencer sta facendo a piccoli passi, dopo la bufera mediatica che l’ha travolta a seguito del video in cui lei stessa ha chiesto scusa per aver gestito – non come avrebbe dovuto – la collaborazione con Balocco e la promessa di donare un milione di euro all’ospedale Regina Margherita di Torino.
Il fulcro della diatriba è tutto nell’aver fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro Balocco, firmato Ferragni, avrebbero contribuito a una donazione all’ospedale pediatrico piemontese, mentre in realtà – a prescindere dal numero di pezzi venduti – la donazione era già stata effettuata, quindi 10 o 100mila pandori venduti non avrebbero cambiato l’ammontare della somma. Quando è emersa la vicenda, denunciata mesi fa da Selvaggia Lucarelli, l’Antitrust ha sanzionato le società riconducibili alla Ferragni per oltre 1 milione di euro e la casa produttrice del pandoro per 420 mila euro “per pratica commerciale scorretta”.
Dopo le procure di Cuneo, Prato e Milano, anche quella di Trento ha aperto un fascicolo sull’affaire Ferragni – Balocco, al momento senza indagati, né ipotesi di reato. Il Codacons ha presentato esposti in tutta Italia, con l’ipotesi di truffa aggravata, e sono quindi partite le indagini. Nel caso in cui si dovessero prospettare le stesse ipotesi di reato in tutte le province, si avvierebbe poi un unico provvedimento.