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Economia e Lavoro

La fuga da film di Artem Uss

La fuga di Artem Uss: una fuga da film resa possibile dall’aiuto di vari complici. Tutto quello che c’è da sapere a tal proposito. I piani previsti e le indagini attuate.

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È aperta un’indagine inerente il secondo grado di complici che hanno contribuito all’evasione dell’imprenditore di origini russe. Ciò dopo l’aiuto primario da parte della batteria. Un fuga rocambolesca questa che ha caratterizzato il piano di evasione di Artem Uss, il quale ha ricevuto più supporti per effettuare una fuga definita da film, per come si è verificata.

La fuga di Artem Uss: una fuga avvenuta grazie a un gruppo di complici

Un insieme di individui senza alcuno scrupolo, definita col termine di batteria, è stato di fondamentale importanza per far sì che il piano di fuga dell’imprenditore russo andasse a buon fine.

Ma loro non sono stati gli unici ad aiutarlo in questo progetto di fuga che, alla fine, è riuscito in pieno.

Questo raggruppamento di persone avrebbe aiutato il fuggitivo a mettere in pratica l’evasione, mediante un programma primario effettuato con lo scopo di far scappare Artem Uss.

Una fase che è stata solo iniziale, in quanto poi successivamente è cominciata una seconda fase basata sul supporto da parte di un livello secondario, che si sarebbe occupato non solo della preparazione ma pure della conduzione di una vera e propria operazione chirurgica.

Tutto questo per consentire all’evaso di scappare via dal territorio italiano, prima di far scattare la sua estradizione in America.

La fuga di Artem Uss: l’inchiesta in corso

La Procura milanese ha improntato la sua inchiesta proprio su questi due particolari scenari appena elencati, basandosi su determinati elementi che hanno poi portato a tali constatazioni.

Un’evasione avvenuta il 22 di marzo e che si è attuata in un modo tale da far pensare a quelle scene che si vedono nei film d’azione, con la differenza che quest’episodio di fuga è avvenuto nella realtà e non in una finzione scenica.

Artem Uss non è soltanto un impresario russo, ma è pure il figlio di un governatore di una regione posta in Siberia.

L’evaso si trovava nella sua casa agli arresti domiciliari. Pertanto gli agenti gli avevano messo un braccialetto elettronico, proprio per controllarlo e per evitare un’eventuale fuga. Ma ciò non ha fermato i progetti di evasione dell’imprenditore.

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Tutto questo è accaduto esattamente nella provincia di Milano, ossia a Basiglio.

La fuga è avvenuta esattamente il giorno seguente alla data in cui si era stabilito il via libera, in correlazione all’estradizione di Artem Uss negli USA.

Le indagini del caso

Il procuratore Marcello Viola e il pm Giovanni Tarzai hanno il compito di coordinare le indagini dei carabinieri locali.

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In base alle indagini effettuate, si è potuto appurare che la fuga è avvenuta tramite l’uso di un’autovettura. Ma poi ovviamente questa prima auto è stata cambiata con altre vetture, in modo tale da riuscire a depistare gli agenti che erano alla ricerca del fuggitivo.

Un percorso che aveva come direzione l’est, proprio per permettere a Uss di riuscire a uscire dall’Italia.

Gli inquirenti stanno cercando pure di capire i movimenti che si sono verificati intorno alla casa del quarantenne russo, mettendo sotto la lente d’ingrandimento pure quelle persone che abitualmente provvedevano a portare il necessario all’impresario russo.

Quindi le indagini stanno proseguendo senza sosta per trovare tutte le componenti del gruppo che ha aiutato Artem Uss a scappare.

Dovrebbe trattarsi di individui provenienti dall’Est dell’Europa, che hanno supportato materialmente Artem Uss a fuggire dagli arresti domiciliari.

Inoltre si indaga pure sul livello superiore e sull’eventualità di un particolare intervento, attuato mediante i servizi segreti della Russia.

L’avvertimento da parte degli USA

La giustizia americana aveva messo in allerta quella italiana, sostenendo di fare molta attenzione e di non concedere i domiciliari ad Artem Uss.

Questo proprio perché avevano previsto una sua probabile fuga, facilmente attuabile in quelle determinate circostanze.

Il magnate di origini russe sarebbe stato estradato presto in America, se non fosse stato per la fuga verificatasi in data 22 marzo.

La giustizia statunitense, infatti, aveva provveduto a raccomandare all’Italia di mantenere la misura correlata a un tipo di custodia cautelare per l’intera durata del procedimento di estradizione.

Mentre invece in Italia si è deciso per gli arresti domiciliari che, tra l’altro, il potente uomo d’affari russo trascorreva nella sua lussuosa abitazione posizionata precisamente a Borgo di Vione, nel territorio milanese.

Il figlio del governatore della regione di Krasnoyarsk in Usa rischiava una trentina di anni da passare in carcere. Ciò in quanto Artem Uss è accusato di aver eseguito un contrabbando di petrolio dal Venezuela fino alla Cina e alla Russia.

In più è pure accusato di frode bancaria e di un tipo di traffico di tecnologie a livello militari dall’America a Mosca. Infine Artem Uss è stato pure ritenuto responsabile di un piano di riciclaggio.

Purtroppo non sono state eseguite in Italia le misure che gli USA avevano richiesto per evitare la fuga del russo prima dell’estradizione. Questo è bastato ad Artem Uss per realizzare il suo piano che alla fine è riuscito alla perfezione e infatti si parla di una vera fuga da film proprio per questo. Per le dinamiche spiegate ed elencate che hanno portato a un’evasione di questo tipo.

 

Published by
Melania Di Pietrangelo