La regione Lombardia ha deciso di negare il patrocinio al Milano Pride, la giornata dedicata alla comunità lgbtqia+. Ovviamente è arrivata l’immediata risposta da parte dei gruppi di minoranza del consiglio regionale.
La bocciatura della proposta di illuminazione del Pirellone con la bandiera Arcobaleno che rappresenta il gruppo della comunità lgbt ha scatenato una vera e propria polemica. D’altronde c’era da aspettarselo.
Il consigliere di Fatto Civico Luca Paladini parla di una decisione deludente, ma che era già stata annunciata, per cui non è arrivata affatto come un fulmine a ciel sereno. Non per questo però è meno deludente.
Il Pride è uno degli eventi più importanti non soltanto per coloro che fanno parte della Comunità, ma anche per chi si batte per l’uguaglianza. L’illuminazione del Pirellone con la bandiera arcobaleno sarebbe stata certamente simbolica, qualcosa di veramente importante per la comunità.
Ad ogni modo a seguito delle polemiche scaturite da questa decisione è stato annunciato che durante il primo consiglio che si svolgerà nel mese di giugno si chiederà di riconsiderare le decisioni. Principalmente perché i diritti dei componenti della comunità non devono essere negati oppure ignorati.
A protestare contro la negazione del patrocinio è anche il capogruppo del PD Pier Francesco Majorino che dichiara che nel 2023 dovrebbe essere scontato marciare insieme a tutte quelle persone che lottano per godere dei propri diritti come tutti. In realtà a quanto pare non lo è affatto.
La causa di tutto ciò ruota attorno alla destra ideologica che sta a capo dell’Italia e della Lombardia. Il gruppo politico sta facendo di tutto per spingere ai margini i diritti di ciascuno di noi. Da una parte c’è la destra di Fontana, ma dall’altra c’è sicuramente una marea di persone pronta a lottare per i propri diritti.