La sentenza della Corte d’appello di Milano: “Ostentare il saluto fascista è reato”

Sembra che la corte d’Appello abbia dato la sua sentenza circa il saluto fascista che è considerato come un reato. Ecco i dettagli della condanna  a carico di 8 persone per un gesto fatto durante la manifestazione  in onore di Sergio Ramelli.

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Tale verdetto sembra avere dei motivi alla base, ovvero sembra che gli ideali fascisti siano causa di diffusione di odio a livello razziale e non solo. Ecco perchè si parla di vero e proprio reato. I dettagli a tal proposito e la condanna come messaggio chiaro e netto.

La manifestazione di Sergio Ramelli e il saluto fascista

Come è stato accennato poco fa sembra essere questo il verdetto della Corte D’Appello di Milano. Ovvero è stato affermato come il fatto di ostentare il saluto fascista sia un vero e proprio reato.

Ecco che la Corte d’Appello a Novembre dell’anno scorso ha proceduto con una condanna a carico di 8 persone di destra che in un primo momento erano state assolte in primo grado.

Ma secondo quanto si evince dalla recente sentenza sembra che tutto sia stato messo alla ribalta e che il verdetto fatto in precedenza non sembri essere più valido.

Ricordiamo che questi 8 estremisti erano stati condannati per manifestazione fascista. Ma come mai?

Le ragioni della sentenza: ecco quali sono

Secondo quello che si sa a tal proposito, il 22 Febbraio scorso sono state rese pubbliche le ragioni di questo verdetto che vede come colpevoli questi 8 estremisti.

Colpevoli di aver ostentato dei gesti ideologici fascisti all’interno di un momento di celebrazione in cui è stata diffusa l’idea di superiorità e odio.

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Ma soprattutto l’idea di violenza, andando a compromettere così la pace e la civiltà che dovrebbe essere presente tra i cittadini. Ecco che proprio per questo sono stati imputati queste otto persone che dunque sono state condannate a due mesi.

Inoltre a loro carico vi sono 200 euro di multa proprio per manifestazione fascista.

Questo cosa significa? Che hanno violato la legge Mancino tenendo in considerazione un saluto romano.

Si fa riferimento a un gesto che è definito “chiamata del presente” e che era stato attuato da degli estremisti durante una manifestazione nel Milanese nel 2016 in onore di Sergio Ramelli, uno studente e di Enrico Pedenovi, un avvocato, entrambi ammazzati nel 70.

Tale commemorazione era anche in onore di Carlo Borsani che era stato ucciso nel 45: parliamo del militare che collaborava con Mussolini.

La condanna degli imputati  e altri dettagli a tal proposito

Tra i condannati abbiamo Stefano del Miglio, uno dei capi dell’associazione di destra Lealtà Azione, e Duilio Canu, presidente del Movimento “La Rete dei patrioti”.

I vari giudici di tale corte sembra abbiano accettato il ricorso che aveva presentato Piero Basilone, nonché procuratore di Sondrio.

Sempre la Corte,  sembra abbia fatto riferimento a una sentenza per quanto riguarda l’applicazione in specifici casi della legge Mancino, al fine di confermare i colpevoli.

Nello specifico i giudici hanno affermato che quella manifestazione che è annuale, ha visto la presenza di tantissimi individui e che sia avvenuta in una piazza dove tutti potevano accedere.

Facendo ciò sono stati diffusi dei gesti e dei simboli fascisti che richiamano concetti come la discriminazione a livello di razze e l’odio.

Inoltre è stato fatto riferimento a un altro processo su un’altra manifestazione avvenuta nel 2014 ed è stato riferito a tal proposito che anche se allora ci sono stati degli assolti, questo non significa che i nuovi imputati possano o debbano chiedere quella che è definita come “ignoranza inevitabile della legge penale”.

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Ecco che quello che si spera è che ci sia più attenzione riguardo a certe cose e che arrivi un messaggio più forte e incisivo.

Un messaggio che afferma che fare saluti fascisti costituisce un vero reato e che per questo si può essere condannati.

A differenza del messaggio ambivalente che invece è arrivato da altri processi che non sono stati in grado di essere chiari e netti a tal proposito.

Insomma si parla di una condanna che sembra avere alla base dei validi motivi e che vuole in un certo senso essere d’esempio affinchè tali episodi non si verifichino mai più, soprattutto in certe manifestazioni così importanti.

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