L’arrivo di Patrick Zaki all’aeroporto di Milano Malpensa: il suo arrivo in Italia e l’incontro con la stampa avvenuto nella serata di ieri.
L’attivista per i diritti umani è atterrato all’aeroporto del capoluogo lombardo ieri e per la serata dello stesso giorno si è organizzato un incontro coi giornalisti a Bologna.
L’arrivo di Patrick Zaki: l’organizzazione del viaggio per il ritorno
Dunque Patrick Zaki ieri è giunto a Milano Malpensa, trovando ad accoglierlo il rettore dell’istituto universitario di Bologna. Quest’ultimo è Giovanni Molari, il quali lo attendeva con la sua insegnante Rita Monticelli.
Il ricercatore nonché attivista per i diritti umani Zaki, è arrivato con l’aereo nelle prime ore del pomeriggio di domenica 23 luglio.
Ad attenderlo non c’erano solo il rettore e la docente citati poc’anzi, ma pure la sua fidanzata Reny Iskander e sua sorella Marise.
Appena sceso dall’aereo, le sue prime parole hanno espresso una grande gioia per il suo arrivo in territorio italiano. Zaki ha sorriso e ha mostrato le dita in segno di vittoria. Poi ha dato appuntamento alla città bolognese, salendo successivamente sul van che lo avrebbe portato a Bologna.
Queste le parole dell’attivista appena atterrato, rivolte ai cronisti che erano lì:
“Questo è il giorno più importante della mia vita, ci vediamo a Bologna”.
Ma torniamo per un attimo a ciò che gli è accaduto in passato in Egitto.
Zaki dal 2020 era rimasto bloccato in territorio egiziano, per via di determinate accuse concernenti la divulgazione di notizie non corrispondenti alla verità.
Ciò dopo che il 30enne aveva condiviso degli articoli riguardanti l’Isis, oltre che alla forma di discriminazione dei copti all’interno del Paese.
Ma adesso il giovane ce l’ha fatta a fare rientro in Italia, dopo aver dovuto però conseguire a distanza la sua laurea inerente gli studi di Genere. Una laurea che ha ottenuto preso il Master Gemma dell’università bolognese, attraverso una modalità da remoto.
Inizialmente il giovane attivista aveva fatto la richiesta di potersi laureare direttamente in sede, discutendo quindi la sua tesi all’interno della sede universitaria a Bologna.
Ma ciò non gli era stato concesso, visto che l’Egitto non gli aveva dato l’autorizzazione per lasciare il territorio egiziano.
Cosa è accaduto in seguito: dettagli da conoscere
Nel corso dell’undicesima udienza avvenuta presso il Tribunale dell’Egitto, Zaki in un modo del tutto inaspettato è stato condannato a ben 3 anni di reclusione.
Il 30enne è uscito dall’aula mentre si sentivano le urla dei suoi familiari echeggiare all’interno della sede del Tribunale.
A quel punto, però, Zaki ha ricevuto la grazia da parte del governo di Al-Sisi e, quindi, è stato totalmente scagionato da ogni accusa mossa nei suoi confronti.
Ora che è finalmente libero, Patrick potrà pure coronare il suo progetto sentimentale, ossia quello di sposare la sua compagna. Quest’ultima si è laureata presso l’Università di Bologna insieme a lui, qualche settimana prima della sentenza.
Dopo il matrimonio, le intenzioni di Zaki sono quelle di poter ricominciare la sua vita basata sulla ricerca e sulla pianificazione di una quotidianità tutta nuova, svolta tra il territorio egiziano e quello italiano.
L’attivista appena giunto in Italia, ha dichiarato che quello era sicuramente il giorno più importante della sua vita. Poi ha salutato tutti i presenti dandogli appuntamento a Bologna.
Infatti è proprio lì che è stato accompagnato dal rettore Giovanni Molari, precisamente nel palazzo di via Zamboni.
All’esterno della struttura universitaria, il 30enne ha trovato in attesa un centinaio di individui fra giornalisti, attivisti e suoi amici. Tutti ad aspettare il suo arrivo e lo svolgimento della sua conferenza stampa, avvenuta poco dopo.
L’arrivo di Patrick Zaki: la consegna della pergamena attinente la laurea
In questa particolare circostanza, Patrick Zaki ha potuto anche ricevere la sua pergamena di laurea, dopo il suo arrivo al rettorato dell’Università posta nella città di Bologna.
Il giovane di 30 anni si era laureato, infatti, col massimo dei voti poche settimane prima.
Quando Zaki è arrivato al rettorato bolognese, il ricercatore ha stretto in un grande abbraccio alcune delle persone che vi erano presenti. Dunque non solo ha salutato in questo modo i suoi amici, ma pure gli appartenenti alla stampa e i suoi colleghi.
Patrick Zaki per il suo rientro in Italia ha preferito optare per un semplice volo di linea, anziché propendere per l’opportunità di rientrare con un volo di Stato.
Dunque il 30enne ha rifiutato di tornare in territorio italiano tramite un mezzo messo a sua disposizione dal nostro Governo. Un volo di privilegio che gli avrebbe permesso di poter usufruire pure della passerella e della photo-opportunity nella capitale.
In base a quanto sostenuto da determinate fonti, sembrerebbe che il Governo non abbia preso bene tale rifiuto da parte di Zaki.
In difesa del giovane attivista Riccardo Noury, ovvero colui che rappresenta il portavoce di Amnesty Italia. Infatti è stato proprio Noury a indicare la decisione di Zaki come un gesto di indipendenza, non come una sorta di opposizione al Governo.
Tra l’altro Patrick Zaki ha più volte mostrato ed espresso la sua piena gratitudine nei confronti del Governo e dell’ambasciata. Noury ha anche sottolineato che la reputazione di chi è difensore dei diritti umani si fonda proprio sull’indipendenza dai Governi.
Ulteriori dettagli conclusivi: le reazioni dopo la liberazione
Dopo aver ottenuto la grazia, Zaki ha espresso la sua piena soddisfazione in riferimento al fatto di poter finalmente rientrare in Italia.
Difatti il 30enne era proprio nei confini italiani che stava studiando, prima della sua cattura in Egitto.
Una grande soddisfazione è stata manifestata pure dalle autorità italiane e, in questo senso, si è esposta Giorgia Meloni.
Il Presidente del Consiglio ha sostenuto a viva voce che non desiderano una forma di riconoscenza. Ciò in quanto era doveroso riportare Patrick a casa.
Inoltre la Meloni ha aggiunto che era una cosa che bisognava fare perché era giusto così.
In ogni caso Giorgia Meloni non dimentica l’aiuto della nazione, anche se contemporaneamente non intende intestarsi il rientro in Italia di Zaki.
Adesso il giovane attivista avrà modo di poter cominciare una nuova vita, senza però dimenticare il passato. Ora potrà riappropriarsi di un’esistenza senza vincoli, dopo la brutta esperienza e il vero e proprio incubo che ha passato quanto si trovava rinchiuso nel carcere egiziano.
Un lungo periodo che finalmente si è potuto definitivamente lasciare alle spalle.
Queste dunque le informazioni circa l’arrivo di Patrick Zaki e quello che gli è accaduto.