Il 70% delle donne lavoratrici, in Italia, lamenta di ricevere uno stipendio nettamente inferiore rispetto al partner. Per il 59% delle donne lo stipendio è inferiore semplicemente perché l’unico modo per lavorare è scegliere un lavoro part time piuttosto che a tempo pieno come gli uomini.
Il lavoro part time infatti consente di guadagnare qualcosa, senza rinunciare ad accudire i figli o i familiari. 6 lavoratrici su dieci affermano di essere insoddisfatte dello stipendio percepito, nettamente inferiore rispetto agli uomini che magari ricoprono la stessa mansione.
Il 59% delle donne lavora part time per non rinunciare ad uno stipendio, seppur minimo o ai figli e alla famiglia. In poche parole quasi il 60% si accontenta di un lavoro qualunque, che impegna una parte del tempo, piuttosto che rimanere disoccupata.
Lo scenario che si apre secondo una ricerca avviata dalla CISL Lombardia, è veramente preoccupante osservato da qualsiasi fronte, perché c’è un divario evidente e parecchio problematico tra gli stipendi degli uomini e gli stipendi delle donne e le possibilità che hanno sia gli uni, che gli altri.
Per quanto riguarda questa problematica bisognerà muovere parecchi passi avanti sia dal punto di vista della legge che non tutela le donne come dovrebbe, sia dal punto di vista culturale. Nonostante l’Italia si consideri all’avanguardia, sotto l’aspetto lavorativo è parecchio indietro.
Per esempio andrebbero introdotti dei criteri che permettono l’avanzamento di carriera e quindi che danno la possibilità a tutti i lavoratori di percepire uno stipendio maggiore, in qualsiasi ambito lavorativo. Per quanto riguarda le donne che hanno seguito un certo tipo di percorso di studi, il mondo del lavoro dovrebbe essere in discesa, ricco di tante soddisfazioni.
In realtà nella maggior parte dei casi è soltanto un mondo ricco di ostacoli, davanti al quale molte scelgono di indietreggiare ed effettuare delle rinunce piuttosto che lottare per ciò che spetta. Tra l’altro tutto diventa ancora più difficile a seguito della nascita di un figlio o nel caso in cui dovessero verificarsi delle condizioni particolarmente difficili. Per esempio qualora si dovesse avere all’improvviso, la necessità di accudire dei genitori in difficoltà.
L’unico modo per risolvere questa situazione sarebbe la ripartizione equa dei ruoli, quindi senza fare alcuna differenza tra uomo o donna. Entrambi dovrebbero avere la possibilità di richiedere il congedo per accudire i figli o i familiari. I sindacati chiedono di aumentare peraltro non soltanto i pagamenti ma anche la possibilità dei congedi, anche per far fronte al calo delle nascite, che nel tempo diventa sempre più allarmante.
Nel 44% dei casi, le donne devono fronteggiare una carriera ricca di Stop And Go avendo una famiglia, perché si trovano sempre a fare una scelta tra accudire familiari o lavorare normalmente. Poi c’è anche chi ha necessità di una retribuzione soddisfacente ed essendo consapevole di cosa voglia dire lavorare e metter su famiglia, si ritrova nella condizione di dover rinunciare ad avere dei figli. Nel 2023, tutto questo è inaccettabile.