Le ipotesi al vaglio del governo per le pensioni

L’argomento pensioni arriva ancora una volta sul tavolo del governo. In questi giorni, il governo ha incontrato sindacati per discutere le eventuali misure da prendere in considerazione.

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pensione – iMilanesi.Nanopress.it

I rappresentanti dei lavoratori hanno fatto diverse richieste in merito. Per esempio, maggiore flessibilità. la possibilità di andare in pensione già a partire dai 62 anni di età.

Si chiede anche una pensione di garanzia per i giovani. Quota 103 per esempio è in scadenza. Invece Quota 41, che prevede l’uscita anticipata dal lavoro con 41 anni di contributi senza considerare l’età anagrafica, è scomparsa. Ma a quanto pare fa comunque parte degli obiettivi dell’esecutivo. Le coperture economiche ad ogni modo mancano. Servirebbero 4 miliardi il primo anno. Soldi che per adesso il Governo non ha a disposizione.

Sempre meno persone vanno in pensione

Per tutti questi motivi si prende in considerazione l’ipotesi di Quota 96, che la legge Fornero in passato ha cancellato. Con questa si prevede l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, con 61 o 60 anni di età e 35 di contributi. La misura in questione, è riservata ai lavoratori con attività usuranti. Anche in questo caso rimane il problema relativo ai finanziamenti.

Dando un’occhiata ai dati dell’Inps, i primi sei mesi del 2023 sono state erogate 370.136 nuove pensioni, con un calo del 16,6% rispetto al 2022. Le pensioni decorrenti nel periodo sono state 853.842, nel 2022, per un importo medio mensile, di 1.180 euro. La media delle pensioni nei primi sei mesi del 2023 è stato invece 1.168 euro. Per quanto riguarda le pensioni anticipate con l’esaurimento di Quota 100 c’è stato un calo importante, stessa cosa vale per Quota 102. Per quanto riguarda i dipendenti pubblici nei primi sei mesi del 2023 sono state erogate 42.955 nuove pensioni anticipate rispetto alle 63.630 erogate nel corso dei primi sei mesi del 2022. 

Probabile sciopero in autunno vista la mancata presa di posizione del Governo

Ad oggi, Cgil, Cisl, Uil e Ugl vorrebbero introdurre una pensione di garanzia a tutela dell’assegno previdenziale irrisorio. Le sigle sindacali, dicono che servirebbe sommare per fini previdenziali, i periodi di disoccupazione, di formazione e di basse retribuzioni. La Cgil è già pronta alla mobilitazione.

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pensionati – iMilanesi.Nanopress.it

Dopo sette mesi di incontri purtroppo il problema non è stato risolto. In particolare non è arrivata alcuna risposta valida da parte del Governo. Per cui non si è assolutamente in grado di dire ai lavoratori quando avranno accesso alla pensione, cosa accadrà e quanto riceveranno. Tutto è in forse bisogna attendere qualche settimana ancora. Poi, in assenza di risposte sicuramente ci sarà la mobilitazione che avrà luogo in piazza con elevata probabilità in autunno.

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