In base ai dati emersi nel 2022, le riserve idriche in Lombardia sono state ridotte del 60%. Ecco i motivi che stanno dietro a questa decisione.
Lo stoccaggio dell’acqua è dimezzato, le precipitazioni sono inferiori e le temperature sono più elevate.
Pertanto, nel 2022, la domanda di acqua degli impianti è aumentata. Bisogna anche considerare che a luglio è stato superato di gran lunga il nostro fabbisogno irriguo netto di 200 mm al mese (rispetto a una media di circa 140 mm).
La media complessiva delle piogge è rimasta a 41 mm in pianura, con un deficit di precipitazioni negativo di 30-60 mm.
Un’attenzione particolare dovrebbe essere prestata alle acque sotterranee, secondo Claudio Gandolfi dell’Università degli Studi di Milano.
Cosa dicono i dati sulle riserve idriche
I dati presentati da Fabio Olivotti di Anbi Lombardia mostrano che su 4,6 miliardi di metri cubi, le emissioni dei fiumi (circa 2,5 miliardi) sono diminuite del 36% (-50 da Chiese e Serio e -40 da Adda e Ticino).
Dal 2016 fino al 2021, i prelievi dalla falda dei pozzi monitorati, che presenta 96 milioni di metri cubi d’acqua, sono raddoppiati.
Questo perché il consorzio sta monitorando 186 pozzi e solo 4.000 degli 8.000 pozzi totali sono stati geolocalizzati.
“Questo tema è molto delicato”, afferma Gandolfi. “Il fiume si riempie rapidamente ogni anno, ma i livelli della falda sono lenti a riprendersi, quindi è importante riconoscere i fenomeni prima possibile”.
La rivitalizzazione dei metodi di irrigazione tradizionali può avere un impatto positivo sulle falde acquifere, poiché sono più efficienti.
Qual è il programma dell’Anbi Lombardia
“Abbiamo in programma uno studio sull’interazione tra irrigazione e falda”, ha dichiarato Gladys Lucchelli, direttore di Anbi Lombardia.
“Per sottolineare le esternalità positive dell’irrigazione, bisogna dire che nel 2022, grazie ai consorzi e alla gestione statale, il sistema agricolo lombardo ha superato la barriera dei 10 miliardi di euro solo in termini di prodotto lordo vendibile”.
Alessandro Rota, Presidente di Anbi Lombardia, ha sottolineato che “circa la metà degli attuali 5 miliardi di metri cubi è utilizzata per l’agricoltura” e che l’obiettivo primario per la stagione irrigua 2023 sarà quello di “preservare l’accumulo di acqua e indirizzarla all’agricoltura”, come previsto dalla normativa.