E’ stato prosciolto il giovane che lo scorso agosto aveva lanciato dei sassi in autostrada. Il tribunale di Lodi decide per il passaggio in comunità.
Nonostante la scarcerazione rimarrà sotto sorveglianza, in comunità, visto che i giudici hanno ritenuto Elsayed Mohamed ancora socialmente pericoloso. La pena verrà dunque scontata dal 22enne egiziano in una struttura psichiatrica per almeno due anni.
Lodi, prosciolto Elsayed Mohamed: dal carcere a una struttura psichiatrica
Almeno altri due anni di pena per Elsayed Mohamed. La decisione del tribunale di Lodi è stata quella di scarcerare il 22enne e di trasferirlo in una struttura psichiatrica. Lo scorso 12 agosto il ragazzo di origini egiziane si era reso protagonista di uno spiacevole episodio. In piena A1 infatti, nel tratto sud dell’autostrada del Sole all’altezza di Ospedaletto Lodigiano, aveva tirato dei sassi su alcune macchine.
Tre persone erano rimaste ferite, oltre alle auto danneggiate dai sassi sul parabrezza anche un’ambulanza era stata colpita dai sassi lanciati dal ragazzo. I giudici, come chiesto dagli avvocati difensori, hanno dunque deciso per il trasferimento. Una decisione presa sulla base della “totale incapacità di mente” da parte del colpevole. Dunque prosciolto dalle accuse ma ancora socialmente pericoloso secondo il tribunale di Lodi.
Caso Elsayed Mohamed: il violento arresto lo scorso agosto
Nome completo, Elsayed Mohamed Abdel Hamid Mod Donia, il giovane lo scorso 12 agosto aveva di fatto seminato il panico in Autostrada, nei pressi di Lodi. Non solo il lancio di sassi, ma anche una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale al momento dei fatti per il ragazzo, il quale arresto era seguito a fasi assolutamente concitate.
Minacce, e anche detenzioni di arme tra le accuse, oggi cadute vista la situazione psichiatrica del soggetto. Momenti di grande tensione proprio dopo l’arrivo della polizia sul posto, dopo la segnalazione del lancio dei sassi. Gli agenti avevano dovuto fermare con la forza l’egiziano che, con un taglierino alla mano, minacciava atti di autolesionismo.
Un quadro particolare per l’accusato, che aveva spiegato di aver agito in quel modo addirittura perché bisognoso di un passaggio. Il fermo era arrivato pochi giorno dopo, così come l’arresto e la condanna di detenzione (lo scorso 9 settembre) mentre tra le altre giustificazioni del gesto era arrivata anche quella della necessità di parlare con qualcuno. La stessa pm Antonella Dipinto lo aveva descritto come pericoloso, nel corso dell’udienza.
Durante il processo del 9 settembre l’avvocato difensore Rodolfo Ercoli aveva presentato istanza per una perizia psichiatrica, proprio per provare se il suo assistito fosse o meno sano di mente.