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Cronaca

L’omicida di Stefania Rota ha confessato: è suo cugino Ivan Perico

Il cugino di Stefania Rota, Ivan Perico, ha confessato l’omicidio, il motivo sembra essere un garage abusivo costruito tra le case dei due.

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Il 21 aprile a Mapello, un comune del bergamasco, gli agenti delle forze dell’ordine avevano trovato il cadavere di Stefania Rota all’interno della sua casa. La donna, risultava scomparsa da qualche tempo ed alcuni parenti avevano denunciato il fatto. Non vedendola da qualche tempo si erano insospettiti e avevano avvisato i carabinieri.

Le indagini hanno,poi, accertato che Stefania, in realtà era già morta ancora a febbraio. Gli investigatori avevano cominciato a ricostruire l’accaduto per comprendere come si fossero svolti i fatti. Tanti piccoli indizi facevano pensare ad un omicidio. La visione dei filmati delle telecamere di sicurezza e dei tabulati telefonici avevano condotto al cugino Ivan Perico.

Il 61enne, residente a Mapello, cugino della vittima e suo vicino di casa, durante l’interrogatorio che si è svolto ieri, venerdì 23 giugno, in carcere, ha confessato tutto. L’uomo era agli arresti ancora dal 13 maggio. Davanti ai suoi nuovi avvocati Giorgio Pagnoncelli e Roberta Campana e al pm ha raccontato i fatti così come si sono svolti.

Perico ha confessato il delitto nel corso dell’interrogatorio

L‘interrogatorio ha avuto inizio intorno alle 10.30 del mattino ed è terminato intorno alle 13.30 del primo pomeriggio. Il pm, Letizia Ruggeri, aveva lasciato l’interrogatorio all’incirca un’ora prima dei suoi avvocati. Perico ha, inoltre, confessato di avere dato fuoco alle studio di un geometra del paese, fatto dimostrato anche dalle telecamere.

Infatti, gli inquirenti, mentre visionavano i filmati delle telecamere di Mapello, lo aveva visto gettare una tanica di un qualche liquido infiammabile contro la vetrina dello studio di un geometra in data 3 marzo. Il professionista in questione aveva aiutato Stefania Rota in una pratica edilizia relativa ad un capannone.

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Sarebbe proprio questo il movente. Il capannone in questione è situato tra le due ville. Apparteneva a Stefania. Un tempo era l’officina del padre che faceva il fabbro. In seguito Stefania lo aveva dato in affitto ad una società edile. Una parete della struttura è a ridosso della casa del cugino. Inoltre, il tetto in lamiera tocca una parte della casa di Perico.

Stefania, insieme al geometra dell’ufficio tecnico andato a fuoco, si stava occupando del condono per una parte costruita abusivamente. Ma il cugino di secondo grado non riusciva proprio a sopportare la cosa. In un primo momento, quindi, ha dato fuoco all’ufficio, poi, in uno scatto d’ira, con un batticarne ha finito anche la cugina.

Perico ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Bergamo

La donna aveva già compreso la pericolosità del cugino, ma, probabilmente, non pensava sarebbe mai arrivato a compiere un atto così estremo. Con l’interrogatorio di ieri il cerchio è stato finalmente chiuso. Il risentimento che Perico ha covato nel profondo sembra sia esploso all’improvviso.

I due si vedevano spesso, uscivano insieme per lunghe passeggiate sui sentieri dei dintorni di Mapello e del paesino accanto Ambivere. Sul suo diario, ritrovato dagli agenti delle forze dell’ordine nel corso delle indagini, Stefania aveva scritto una frase che aveva colpito gli investigatori fin da subito: “Ste, stai attenta a Ivano”.

Stefania aveva già capito che qualcosa non andava. Il cugino stava attraversando un periodo piuttosto difficile. Solo un mese prima che compisse il delitto, era rimasto ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo per tre o quattro giorni.

Published by
Liana Cinelli