Il corpo senza vita della stilista Carlotta Bensuglio venne trovato impiccato a un albero a piazza Napoli (Milano) nel 2016. Condannato l’ex compagno. Rinvio del processo d’appello di Marco Venturi
Il 31 maggio 2016 una tragica scoperta ha scosso la città di Milano. Il corpo senza vita della stilista Carlotta Benusiglio venne trovato impiccato a un albero a piazza Napoli. Inizialmente, gli inquirenti e gli investigatori che si occuparono del caso formularono l’ipotesi che la morte possa essere stata il risultato di un gesto volontario da parte della stessa Carlotta.
Nella primavera del 2018 arriva una svolta inaspettata. Dopo numerosi appelli da parte della famiglia della vittima, il corpo della 37enne viene riesumato e vengono eseguiti nuovi accertamenti medici. Le nuove indagini rivelano una verità sconvolgente: Carlotta Bensuglio è morta per “asfissia prodotta da impiccamento”. Ancora più sorprendente, non vengono rilevate sul suo corpo “lesioni scheletriche” tipiche di uno strangolamento seguito da sospensione. La procura di Milano indaga l’ex fidanzato di Carlotta Bensuglio, Marco Venturi, per omicidio volontario.
L’udienza milanese del processo d’appello per Marco Venturi, condannato in primo grado a 6 anni di carcere per la “morte come conseguenza di altro reato” dell’ex fidanzata Carlotta Benusiglio, slitterà all’11 ottobre 2023. La causa è un problema di notifica. Questo ritardo aggiunge ulteriore tensione a un caso già complesso e controverso.
Il reato per il quale Venturi ha subito una, con rito abbreviato, si prescrive a novembre, ma la procura generale sostiene nel ricorso l’accusa di omicidio, un reato che non si prescrive. Nel documento presentato dalla pm Francesca Crupi si legge che “la rapidità con cui si sono svolte le manovre che hanno portato all’impiccamento e al decesso (un minuto circa)” risultano “maggiormente compatibili con una dinamica omicidiaria che non con quella suicidaria”.
La pubblica accusa non è convinta dal fatto che Venturi, non presente in aula durante il rinvio, “abbia cambiato più volte versione” dei fatti, né dal suo “contraddirsi” riguardo al luogo in cui avrebbe lasciato la vittima la sera della morte. Tali elementi sono considerati “un macigno” sulla testa dell’indagato. La procura sostiene che ci siano “tutti gli elementi per poter inquadrare la morte di Benusiglio nell’ambito del cosiddetto ‘femminicidio'”, sollevando così importanti questioni sul contesto di violenza di genere.
Dall’altra parte, la difesa di Venturi ha sempre richiesto l’assoluzione e considera “inaccettabile” la ricostruzione accusatoria. La difesa sostiene che non ci siano prove sufficienti per dimostrare la colpevolezza dell’imputato. Inoltre, le indagini non avrebbero tenuto conto di elementi a suo favore. I difensori di MArco Venturi hanno sostenuto che la morte di Carlotta Benusiglio sia stata un tragico incidente. L’imputato non avrebbe, quindi, alcuna responsabilità in merito.
Il rinvio all’11 ottobre per un problema di notifica aggiunge ulteriori tensioni e incertezze. Il caso ha già destato grande interesse mediatico e sollevato dibattiti sulla violenza di genere. L’udienza d’appello sarà un momento cruciale per determinare la verità sulla morte di Carlotta Benusiglio. Bisognerà stabilire se Marco Venturi dovrà scontare una pena più grave o se verrà assolto.