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Cronaca

Maxi sequestro al presunto boss di Rho

Un maxi sequestro da parte delle Forze dell’Ordine ai danni di un presunto boss di Rho. Tre gli immobili sequestrati, ma anche un magazzino.

Agenti di polizia-iMilanesi.Nanopress.it

Le autorità hanno recentemente sequestrato tre immobili residenziali siti a Lainate, oltre ad un magazzino.

Il valore di questi beni è significativo, visto che inizialmente sono stati procurati per una somma esigua di decine di migliaia di euro.

Tuttavia, sembra che solo “individui fidati” abbiano avuto accesso a queste proprietà generatrici di reddito.

Immobili di proprietà del presunto boss di Rho

Queste proprietà immobiliari sarebbero state controllate da C.L.B, un individuo di 49 anni ritenuto il capo del clan Bandiera, una fazione della ‘ndrangheta di Rho. CLB è stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Vico Raudo”.

A seguito di una richiesta congiunta della Procura e del Questore, la sezione misure di prevenzione patrimoniale della divisione Anticrimine di via Fatebenefratelli ha eseguito un provvedimento di sequestro che è stato emesso dal tribunale di Milano.

Questo ordine faceva parte di un’indagine più ampia iniziata nel novembre 2022, che ha coinvolto 49 persone, tra cui un presunto capo di 49 anni.

Agenti in uno degli immobili sequestrati-iMilanesi.Nanopress.it

Le persone erano indagate per vari reati come associazione mafiosa, traffico di droga, spaccio di droga e traffico di armi.

Il presunto capo, CLB, aveva precedenti penali, essendo stato arrestato nel 2010 e condannato per omicidio. Inoltre, i rapporti della polizia suggeriscono che fosse già affiliato alla ‘ndrangheta dal 2008.

Gli investigatori hanno messo i sigilli a causa delle attività criminali del presunto boss che rappresentano una parte significativa dei suoi beni.

Reddito della famiglia incoerente con gli acquisti immobiliari

Un comunicato di via Fatebenefratelli suggerisce che il reddito della famiglia, notevolmente inferiore al reddito minimo di sussistenza, non è sufficiente a giustificare l’acquisto dell’immobile sequestrato. La nota evidenzia anche la mancanza di legittime risorse economiche.

Nella loro indagine, gli agenti sono intervenuti per sigillare non solo tre appartamenti, ma anche un capannone con i relativi beni.

Sebbene alcuni dei beni siano intestati con diversa denominazione, gli inquirenti affermano che dovrebbero comunque essere attribuiti al soggetto in base alla sua attività.

Inoltre, sembra che gli immobili in questione siano stati acquistati a prezzi inferiori al loro effettivo valore, suggerendo un trattamento preferenziale nell’operazione.

Queste case sono state successivamente ristrutturate e utilizzate per la rendita da locazione, forse trasformate in un bed and breakfast, come hanno rivelato le fonti.

Published by
Giusy Pirosa