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Economia e Lavoro

Maxi stangata per i centri estivi, 2mila euro a figlio la spesa media

Maxi stangata per i centri estivi: i genitori che lavorano e che hanno bisogno di affidare i bambini a qualcuno non avendo dei nonni a cui fare riferimento si ritroveranno davanti delle amare sorprese a causa dei potenti rincari.

centro estivo bimbi- iMilanesi.Nanopress.it

I centri estivi oggi non sono di certo considerati la soluzione migliore o comunque la più economica. La spesa media che le famiglie italiane devono affrontare al momento è di circa 2mila euro a figlio per chiedere aiuto  alle strutture private. 

Di certo la situazione è migliore per i centri comunali e per gli oratori, dove purtroppo, come si può ben capire, trovare posto è quasi impossibile.

La pausa scolastica più lunga è quella italiana

Tra l’altro la pausa scolastica in Italia, è anche parecchio lunga perché dura più o meno 13 settimane, rispetto alla Grecia e alla Svezia che si fermano a 10 e 9 settimane per il Lussemburgo, l’Austria, l’Irlanda del Nord,  il Belgio e la Francia. Gli studenti norvegesi hanno diritto ad una vacanza di 8 settimane, quelli danesi 7. I ragazzi del Regno Unito e della Germania invece si fermano soltanto 6 settimane.

bimbi- iMilanesi.Nanopress.it

In 3 mesi di pausa estiva sia per i bambini italiani che per le rispettive famiglie, si trasformano in un gioco di incastri alquanto problematico, tutto in salita. Chi ha la possibilità di farlo li affida a nonni o baby sitter, chi non può o sceglie di farli stare con i coetanei fa riferimento ai campi estivi che hanno un costo che non tutti possono permettersi di sostenere.

Tariffe e costi che le famiglie italiane si trovano costrette a spendere

Lasciare un bambino in un centro estivo di Milano, dalla fine della scuola fino all’inizio ha un costo non indifferente, si tratta di 2.160 euro. A dirlo è un’indagine di Altroconsumo, che è stata pubblicata da Il Messaggero. I centri estivi comunali di tutta l’Italia, adottano una politica di tariffe variabili. Queste cambiano in base all’Isee. A Milano il contributo minimo è di 8,70 euro per un periodo di massimo dieci giorni, fino a 211,70 euro.

A pagare di meno sono le famiglie che hanno un Isee basso che va tra i 3.000 e i 4.000 euro, invece il contributo massimo è applicato agli Isee di importo superiore a 40.000 euro. Nelle varie strutture private, la tariffa prevede una quota di iscrizione che va da un minimo di 10 euro fino a un massimo di 60 euro e poi i soldi per la frequentazione settimanale.

In linea generale le quote settimanali oscillano tra i 20 euro e i 50 euro.

La proposta del ministro Valditara

Proprio per evitare questi costi e risolvere il problema, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha proposto il mantenimento delle scuole aperte durante l’estate, da frequentare su base volontaria, per cercare di andare incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà e allo stesso tempo favorire l’apprendimento degli studenti. In questo caso l’opinione pubblica come si può bene immaginare si divide. Da un lato c’è chi mira a limitare la dispersione scolastica, dall’altro si pensa a tagliare i costi sulle famiglie per tutto il periodo estivo.

Published by
Giusy Pirosa