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Cronaca

Maxi truffa sul bonus facciate, due denunce

Due amministratori di una ditta edile sono stati accusati perché secondo le forze dell’ordine che in questi giorni hanno portato a termine lunghe indagini durate mesi, incassavano i soldi degli inquilini per dare il via agli interventi di ristrutturazione e poi non li eseguivano.

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La società edile in questione ha sede a Pisa. I due uomini sono stati denunciati dalla guardia di finanza del posto. La truffa che è stata scoperta dai militari coinvolge più città, a parte Milano, anche Varese e Monza.

Le fiamme gialle hanno eseguito il provvedimento del Gip, definendo il sequestro preventivo di 2,6 milioni di euro che corrispondono a contributi indebitamente percepiti in valuta di crediti d’imposta per i ‘bonus facciate’ e per gli interventi di ‘ristrutturazione edilizia’.

Controlli fiscali a carico dell’azienda hanno portato alla luce qualcosa di incredibile

La frode è venuta fuori a seguito di alcuni controlli fiscali ben precisi. Gli investigatori hanno infatti portato alla luce un sistema complesso, messo in atto da un società che sarebbe riuscita (con false dichiarazioni) ad entrare in possesso di parecchi soldi rilasciando ai diretti interessati ricevute di esecuzione di lavori edili per un totale di 3 milioni di euro. Tutto usufruendo del bonus facciate, per i lavori da eseguire in diversi condomini. Lavori mai eseguiti oppure eseguiti ma al massimo per importi nettamente inferiori a quelli indicati e richiesti.

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Nei condomini che avevano pagato l’azienda per eseguire i lavori per avere una nuova facciata oppure per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione, non venivano installati ponteggi, e in alcuni casi non venivano nemmeno eseguiti lavori. Ovviamente nonostante l’esborso oneroso da parte degli inquilini.

Gli investigatori hanno così scoperto come gli indagati operavano

Gli indagati, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, presentavano delle dichiarazioni false. Venivano chiamate “comunicazioni dell’opzione relativa a interventi di recupero del patrimonio edilizio”. In questo modo ottenevano i contributi sotto forma di crediti d’imposta, usufruendo del meccanismo dello sconto in fattura.

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Giusy Pirosa