Giorgia Meloni durante l’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha toccato diversi argomenti. In modo particolare però ha commentato l’esito del Consiglio Europeo spiegando perché L’Unione Europea ha cambiato il passo nei confronti dei migranti.
Così Giorgia Meloni ha risposto alle accuse di isolare l’Italia rivolte al governo dalla segretaria del Pd, Elly Schlein.
Ha risposto alle sue accuse affermando che sulle amicizie sbagliate a livello internazionale non si può dire nulla, non si può infierire su chi ancora adesso è reticente a condannare regimi come quelli di Cuba e Venezuela. L’Italia oggi è centrale e rispettata nei consessi internazionali e questo è innegabile.
Poi ha dichiarato di non essere convinta del fatto che come in molti dicono, al salario minimo si possa arrivare per legge. L’approccio del governo va nella direzione giusta volta a favorire la contrattazione collettiva sempre più virtuosa. Si vuole investire sul welfare aziendale, con agevolazioni fiscali e contributive, che dovrebbero andare a stimolare i rinnovi contrattuali. Per concludere l’argomento lavoro il Premier ci ha tenuto ad evidenziare il fatto che l’occupazione sta facendo registrare numeri record, probabilmente anche grazie alle misure l’Italia ha adottato e alle decisione prese dal suo stesso governo.
Parlando del tema dei migranti, ha affermato che l’accordo del Consiglio dell’Unione Europea sulla dimensione esterna va ad offrire un assetto nuovo rispetto al passato che punta al meglio. Il successo dell’Italia in questo discorso è indiscutibile. Ad oggi Morawiecki e Orban pur scegliendo di mantenere le loro posizioni, con Poloni e Ungheria, hanno accolto milioni di profughi ucraini. Ovviamente hanno ricevuto aiuti preziosi dalla Ue, anche se purtroppo i contributi sono stati inferiori al necessario.
Secondo l’accordo dell’8 giugno, sarebbero dovuti arrivare 20mila euro per ogni migrante irregolare non ricollocato e non è così che è andata. Il tutto, è stato peraltro aggravato dal blocco degli stanziamenti per i Pnrr nazionali. La rigidità di adesso è comprensibile, bisogna sempre avere grande rispetto per chi cercare di difendere i propri interessi nazionali.
Quel che non si deve fare è gettare la spugna, bisogna puntare avanti, perché il patto migrazione asilo prosegua e raggiunga obiettivi importanti. Per cui bisogna gestire gli arrivi quando avvengono, dando priorità agli esseri umani e allo stesso tempo lavorare per fermare i flussi illegali prima che partano mettendo a rischio migliaia di vite di volta in volta.