Una donna di 32 anni paralizzata da cinque anni, è tornata a camminare grazie ad un intervento eseguito all’ospedale San Raffaele di Milano portato a conclusione dopo tre ore lunghissime.
Se la donna adesso potrà camminare sarà soltanto grazie all’impianto neuro stimolatore e midollare sul quale hanno lavorato i medici del San Raffaele di Milano per diverse ore nella giornata di oggi 30 maggio 2023.
La giovane trentaduenne è rimasta vittima di un incidente sportivo cinque anni fa. A seguito del sinistro ha riscontrato una lesione del midollo spinale gravissima. Per questo è stata costretta per lungo tempo sulla sedia a rotelle.
L’intervento è stato eseguito all’ospedale San Raffaele di Milano dal professor Pietro Mortini primario del reparto neurochirurgia e ordinario all’università Vita di Milano, insieme a degli ingegneri esperti in robotica, dell’Istituto Sant’Anna di Pisa, diretti dal professore Silvestro Micera, esperto di grande fama internazionale.
I professionisti hanno collaborato con il Politecnico di Losanna sotto la guida del professor Grégoire Courtine nella sperimentazione grazie alla quale altre persone paralizzate dal 2021 ad oggi sono riuscite a tornare alla vita di sempre. Tutte queste oggi pedalano, nuotano e camminano come prima, come se nulla fosse successo.
Tutto questo grazie a degli elettrodi che sono stati impiantati nel loro midollo spinale. L’ultimo intervento risale al 24 Maggio. Quando l’equipe del professore è riuscita a dare la possibilità ad un uomo di oltre 40 anni rimasto paralizzato 12 anni fa a seguito di un incidente in bici di ricominciare a camminare. Se adesso il quarantenne è in grado di camminare, correre ecc con l’uso della stampella o senza è soltanto grazie alla nuova tecnica di cui parla la rivista scientifica Nature.
Il dispositivo che ha permesso tutto questo è molto simile a quello che si usa per la terapia della stimolazione nei casi di dolore cronico. Dopo quattro settimane chi viene operato può camminare utilizzando un deambulatore, questo è già un ottimo risultato. Il dispositivo è formato da due parti. Un supporto con 32 elettrodi che viene inserito direttamente nello spazio della colonna vertebrale. E poi un generatore di impulsi che è molto simile ad un pacemaker che si usa per i pazienti con aritmie cardiache.
Questo viene introdotto nell’anca, quindi gli impulsi arrivano direttamente al midollo spinale, dove i nervi si attivano e danno la possibilità al muscolo di entrare in funzione. L’impianto del dispositivo ha richiesto l’intervento di tre ore, al termine del quale il pacemaker è stato programmato per consentire la deambulazione. La paziente adesso è in grado di controllare il suo corpo. Descritto dal punti di vista tecnico è abbastanza difficile, dal punto di vista pratico però è molto più semplice.
I pazienti una volta terminata l’operazione devono soltanto affrontare il programma di riabilitazione tappa per tappa. Questo principalmente per resettare gli stimolatori che permettono di tornare a vivere come prima. Come si può immaginare il percorso è molto lungo e delicato, richiede approccio multidisciplinare completo. Ad ogni modo i pazienti vengono assistiti a 360 gradi quindi questo non è affatto un problema.