Mille licenze taxi in più: cosa ha deciso il Comune di Milano. Nell’ultimo periodo ci sono stati diversi scontri nel Comune in questione riguardo la tematica delle licenze dei taxi. Lo scontro ha visto come protagonisti anche i sindacati.
Milano è una città grande in cui i mezzi di trasporto sono necessari per il consentire la mobilità a molti; tra i vari mezzi molto diffusi sono i taxi. Nell’ultimo periodo i sindacati rappresentanti dei tassisti hanno chiesto l’aumento delle licenze fornite; ciò ha determinato un vero e proprio sconto.
Il tema delle licenze fornite dalla Regione Lombardia è un tema molto delicato che ha visto l’emergere di molti conflitti e dibattiti. Molti si chiedono quale sia il punto del dibattito.
Il nucleo centrale del dibattito riguarda proprio il numero delle licenze date ai tassisti che, come si evince da molti rapporti regionali, è fermo da molti anni. Questo sicuramente per molti rappresenta un vero e proprio problema perché, appunto, diviene difficile ottenere la licenza e quindi riuscire a lavorare come tassista in regola.
Sicuramente i tassisti milanesi, rappresentati dai loro sindacati, hanno difeso tale numero fermo delle licenze. Perché?
La paura di molti è rappresentata proprio dall’incertezza poi del proprio lavoro. Insomma molti tassisti pensano e immaginano che, aumentando il numero di licenze e quindi anche di tassisti, il loro lavoro attuale sarà a rischio perché inevitabilmente si lavorerà di meno.
Su questa visione diversa della situazione sono emersi veri e propri dibattiti che hanno causato anche scontri accessi tra i sindacati e l’assessora per la mobilità ossia Arianna Censi. Il dibattito è durato molto con posizioni più o meno rigide da parte di entrambe la parti.
Durante lo scontro l’assessora Arianna Censi si è pronunciata in modo piuttosto chiaro sulla tematica.
Ecco le sue parole:
“L’aumento del numero di licenze, fermo da tanto tempo, può essere molto utile per riequilibrare la domanda e l’offerta. E sono convinta che non rappresenterà un problema per il loro lavoro. Il fatto che esistano chiamate invasive in alcuni momenti della giornata rappresenta un problema per la gran parte dei cittadini che mi scrivono tutti i giorni. E questo non nuocerà al servizio nella sua complessità.”
L’assessora, quindi, col suo intervento ha posto in evidenza alcune criticità del sistema attuale. La domanda a Milano, infatti, è davvero molto elevata e quindi il numero di tassisti attuale fatica nel coprirla ottimamente. Ecco perché, secondo questa posizione, è necessario aumentare il numero delle licenze e quindi rendere più ampia la rete dei tassisti.
A tale dura affermazione sono seguite le parole dei tassisti, rappresentati da Pietro Gagliardi dell’Unione Artigiani. Di seguito le sue parole:
“Siamo disposti a discutere delle problematiche legate all’eccessiva richiesta di domanda. Anche se a nostro parere è una cosa eccezionale. Abbiamo uno strumento, che si chiama collaborazione familiare. Prima usiamo gli strumenti a disposizione, poi se non raggiungiamo l’obiettivo possiamo eventualmente parlare di licenze.”
Insomma come si può osservare da queste parole si tratta di due visioni del tutto diverse in quanto, secondo i tassisti, l’aumento delle licenze dovrebbe essere l’ultima soluzione da scegliere o attuare.
Come osservato, i tassisti nei loro interventi hanno parlato proprio di un’altra soluzione da poter attuare ossia le collaborazioni familiari. Di cosa si tratta?
Come si può dedurre dal nome, si tratta di un atto amministrativo che autorizza il titolare della licenza del taxi ad avvalersi, nello svolgimento della propria professione, della collaborazione di un proprio familiare che ovviamente deve possedere i requisiti necessari, come la patente per il taxi.
Nonostante sia stata citata come soluzione e nonostante sia stato indetto un bando per tale collaborazione, c’è stata poca adesione. Si parla, infatti, di solo 91 adesioni per la città di Milano.
A tal proposito è intervenuto lo stesso Gagliardi che ha contestato questi dati aggiungendo che il numero sarebbe potuto essere più alto ,ma che non vi erano le abilitazioni alla guida di un taxi.
Il sindacato invece ha riferito testuali parole:
“le scuole sono piene di persone che vogliono fare questa cosa”.
Si riferisce all’azione del guidare il taxi di un proprio familiare. Lo stesso afferma che le città presentano un eccesso in termini di domanda.
A tal proposito è arrivato anche l’intervento di Lisa Noja, nonché consigliera regionale di Azione-Italia Viva.
Ecco le sue parole.
“Questo servizio pubblico è ormai insufficiente per cittadini, visitatori e turisti, e più che mai per quelli con disabilità”.
“Mi sono occupata come avvocato per 15 anni di antitrust, e questo è il tipico esempio di chiusura di un mercato per difendere posizioni di rendita a discapito dei principi basilari della concorrenza. Un approccio che danneggia in primis i consumatori che, con un mercato più aperto e adeguato alla domanda di trasporto con taxi, avrebbero invece servizi migliori e tariffe più basse. La Regione si ostina a stare dalla parte della parte dei tassisti che non vogliono alcuna apertura e a non incrementare il numero massimo delle licenze in Lombardia. Tra l’altro, le auto bianche utilizzabili dalle persone con disabilità oggi sono pochissime e con nuove licenze si potrebbe incentivare l’adattamento dei veicoli per renderli accessibili”.
Molto importante, date le posizioni piuttosto rigide delle due fazioni, è stata la decisione presa a riguardo e che ha segnato comunque un cambiamento. Cosa è accaduto?
La decisione presa dal Comune di Milano è stata quella di chiedere alla Regione Lombardia mille licenze in più per i tassisti. Insomma c’è stata, quindi, una presa di posizione anche se il numero esatto delle licenze che verranno elargite è ancora incerto ed infatti sarà oggetto di trattativa futura.
Quello che però conta, ora, è proprio il messaggio racchiuso in questa decisione ossia di voler cambiare la situazione attuale.