L’avvocato Marie Louise Mozzarini, difensore d’ufficio dell’omicida di Sofia Castelli, nei giorni scorsi ha ricevuto minacce.
Dopo l’uccisione della giovane 20enne Sofia, avvenuta nella notte tra venrdì 28 e sabato 29 nella sua casa di Cologne e la confessione dell’omicida Zakaria Atqaoui, arrivano anche le minacce nei confronti del suo difensore d’ufficio l’avvocato Marie Mozzarini.
I colleghi della camera penale di Monza, ha fatto sapere, in una nota, di essere vicini alla collega. Le minacce rivolte al difensore sono arrivate da parte di privati cittadini che le consigliavano di “non assicurare al proprio assistito quelle garanzie processuali che spettano, per legge, a ciascun indagato”.
Alcuni hanno anche intimato all’avvocato di non accettare la difesa, cosa, peraltro, impossibile, per un avvocato d’ufficio. La difesa d’ufficio, è infatti obbligatoria e irrinunciabile dallo “stesso Stato titolare della funzione punitiva, in attuazione del principio di inviolabilità del diritto di difesa richiamato dalla Costituzione”.
Questa, per la camera penale di Monza, è una cosa ovvia e che permetterebbe di comprendere che, in uno Stato di dirittoe, in particolare, in presenza di atti così efferati, non devono essere contemplate “scorciatoie” di nessun genere. I fatti come quello in cui Sofia ha perso la vita, necessitano ancora di più di un giusto processo.
Questo permetterà di accertare la responsabilità dell’accusato. Nel momento in cui l’opinione pubblica sarà in grado di capire e fare proprio questo concetto, allora il processo potrà avere un giusto e sereno svolgimento al fine di accertare le responsabilità di coloro che si trovano coinvolti.
Nella giornata di ieri, mercoledì 2 agosto, Cologno Monzese, su disposizione del sindaco Stefano Zanelli, ha proclamato lutto cittadino e nella serata molte persone hanno partecipato alla fiaccolata in ricordo di Sofia. Sempre nella giornata di ieri, il giovane italiano, di origini marocchine, reo confesso, è stato ascoltato per diverse ore.
Alla presenza del Gip Elena Sechi, Zakaria ha confermato ciò che aveva già confessato. Il procuratore di Monza Claudio Gittardi ha confermato anche l’accusa di premeditazione. Questo in seguito ai fatti come si sono svolti secondo il racconto del reo confesso e la ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti.
Avrebbe, infatti preso le chiavi dell’appartamento di Sofia e si sarebbe nascosto all’interno dell’armadio ad aspettare il suo ritorno. La 20enne, insieme ad un’amica, aveva passato la serata in discoteca. Una volta tornate a casa avrebbero chiacchierato di alcuni ragazzi conosciuti nel locale.
A queste parole il ragazzo si sarebbe ingelosito. La sua intenzione, infatti, era quella di riallacciare i rapporti con Sofia la quale, al contrario, lo aveva lasciato. Nonostante la rabbia, è rimasto ad aspettare nell’armadio che Sofia si addormentasse per, poi uscire ed ucciderla accoltellandola ripetutamente.
L’avvocato d’ufficio, Marie Mozzarini, continuerà a difendere il giovane omicida, nonostante le minacce che alcuni cittadini le hanno rivolto. Per il momento la sua unica dichiarazione è stata che Zakairi si sta mostrando molto collaborativo con la procura.