Un tifoso del Monza è stato condannato a un provvedimento legale, dopo aver aggredito due supporter dell’Atalanta, tra cui un minorenne. Ecco cosa è successo lo scorso 5 settembre.
L’ennesimo episodio di violenza allo stadio si è consumato lo scorso 5 settembre, durante la partita Monza – Atalanta, che ha portato a provvedimenti drastici.
Un uomo di 54 anni, tifoso del Monza, ha aggredito un padre e un figlio, tifosi dell’Atalanta: l’aggressore è stato sottoposto a Daspo per due anni.
Aggressione allo stadio di Monza: un uomo sottoposto a Daspo
È finita con una lite molto accesa la partita Monza-Atalanta disputata lo scorso 5 novembre: un tifoso della prima squadra ha prima insultato l’allenatore avversario, per poi aggredire a pugni e calci un uomo e il figlio di 15 anni.
L’uomo, 54 anni, era seduto nelle tribune centrali dello stadio di Monza, che vedevano insieme sia i tifosi locali che quelli dell’Atalanta. Durante la partita, ha insultato ripetutamente l’allenatore Gian Piero Gasparini, incitato poi da un tifoso avversario ad abbassare i toni.
Di tutta risposta, il 54enne ha deciso di aggredire l’uomo con un pugno e un calcio, coinvolgendo nella lite anche il figlio quindicenne della vittima, colpito anche lui dalla violenza del tifoso del Monza.
Il personale dello stadio è riuscito a sedare la rissa prima che degenerasse, ma il ragazzo ha riportato forti contusioni al braccio.
Il supporter della squadra locale è stato punito per questi atti di violenza, con la Daspo, ovvero il divieto di accedere alle manifestazioni sportive che in questo caso varrà due anni.
La decisione e la ricostruzione della polizia
La ricostruzione della rissa è stata apportata dai poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine della questura di Monza, intervenuti dopo che il personale dello stadio ha denunciato i fatti.
L’episodio è stato ritenuto violento e inopportuno, non solo per la gravità delle azioni dell’uomo ma soprattutto perché il tutto si è svolto in una zona dello stadio frequentata per lo più da famiglie.
La questura ha deciso che il tifoso del Monza, 54 anni, non potrà accedere a nessun impianto sportivo del territorio italiano ma neanche a quelli presenti negli altri Stati dell’Unione Europea.
Nella nota resa pubblica dalla Questura di Monza si legge, infatti:
Alla luce di quanto avvenuto, considerando che l’episodio di violenza, peraltro avvenuto in una porzione dello stadio frequentata perlopiù da famiglie e giovani costituisce manifestazione di pericolosità sociale ed avrebbe potuto mettere in pericolo l’incolumità delle altre persone presenti, il tifoso monzese non potrà accedere, per due anni, a tutti gli impianti sportivi del territorio nazionale e degli altri Stati membri dell’Unione Europea ove si disputeranno tutte le manifestazioni calcistiche, anche amichevoli, nonché dei tornei internazionali e nazionali
Una punizione che in molti ritengono giusta per l’uomo, che non è il primo che allo stadio assume un atteggiamento violento e inopportuno durante una partita.
Incidenti del genere, infatti, si ripetono spesso nel mondo del calcio, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Un problema comune, che dovrebbe essere sedato e punito costantemente per rendere l’esperienza allo stadio più piacevole possibile.