Il Gip di Milano ha dato altri due mesi per un supplemento di perizia psichiatrica per l’uomo che uccise due donne in un incidente stradale.
Lo scorso febbraio è avvenuto un grave incidente stradale presso il casello Ghisolfa sulla A4 Torino-Milano. Erano circa le 2.30 del mattino, quando un uomo alla guida della sua auto è arrivato alla barriera dell’autostrada ed è passato senza frenare. Ha così travolto un altro veicolo sul quale viaggiavano le due amiche Laura Amato, di 54 anni e Claudia Turconi di 59.
Le due donne sono decedute nello schianto. Dai filmati è risultato chiaramente l’accaduto, quindi sono stati determinanti per le indagini. La Lancia Y delle due vittime era in fase di rallentamento per immettersi nella corsia del ritiro biglietto. Mentre la Musa del 39enne, accusato poi per omicidio colposo, è sopraggiunta senza frenare tamponando violentemente la vettura davanti a lui.
L’uomo era risultato positivo alla cannabis ed al benzodiazepine. Pare che qualche giorno prima fosse stato in due ospedali per una crisi, visto che soffriva di disturbi mentali da anni e probabilmente aveva interrotto la terapia. La moglie gli aveva suggerito di recarsi dai medici per farsi prescrivere i farmaci.
Era così andato all’istituto di cura di Piacenza di sua volontà. Il giorno successivo, invece, si era recato all’aeroporto di Malpensa, dove era deciso a prendere un volo con destinazione Marocco. Sicuramente il suo comportamento non era equilibrato per cui il personale gli aveva negato l’imbarco e lo aveva portato in infermeria.
I sanitari lo avevano, poi, trasferito al pronto soccorso di Gallarate, dove, però, pare non sia stato visto da alcun medico. Era, quindi, uscito liberamente. Aveva ripreso la sua auto provocando poi l’incidente fatale. Su decisione del giudice, è stato visitato da uno specialista il quale ha dichiarato che, in quel momento, soffriva di un disturbo psicotico.
Lo psichiatra Raniero Rossetti, aveva accertato la sua incapacità totale di intendere e volere al momento in cui è avvenuto il fatto ed aveva anche attestato la sua pericolosità sociale. La diagnosi era “psicosi paranoide con crisi da fine del mondo”. Nel frattempo, sulla base della perizia del dottore Rossetti, si è svolta una discussione davanti al Gip milanese, al Pm Paolo Filippini, ai legali dell’imputato ed ai familiari delle vittime.
Il pubblico ministero ha indagato il responsabile per omicidio colposo plurimo ed ha disposto l’obbligo di ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Piacenza con la libertà vigilata per un anno. Successivamente resterà in una comunità protetta ad alta sicurezza.
Nell’inchiesta svolta dal pm in collaborazione con la Polizia stradale di Novara, risulta che la notte della tragedia ha inciso il disturbo psichiatrico e non la presenza dell’hashish o del benzodiazepine che aveva assunto. Nell’arco di qualche mese l’uomo dovrà essere valutato anche da un altro medico legale per effettuare altri accertamenti psichiatrici.
Una decisone presa dal giudice per le indagini preliminari di Milano Ileana Ramundo, che ha voluto un supplemento di perizia. La motivazione stava nel fatto che le risultanze precedenti non erano sufficienti e convincenti. Il nuovo consulente è Marco Lagazzi, sempre psichiatra forense e la sua relazione sarà depositata ai primi di settembre.
Nel caso in cui il vizio totale di mente dovesse essere confermato dalla perizia al processo successivo, l’imputato verrà assolto dal giudice per incapacità di intendere e volere. Ora, però, il Gip attende le risultanze delle nuove visite prima di proseguire.