Si continuano a posizionare le pietre d’inciampo a Milano, davanti alle abitazioni in ricordo delle persone che sono state uccise nei campi di concentramento ai tempi di fascismo e del nazismo.
Le pietre d’inciampo poggiate a Milano saranno in totale 172. Lunedì sono state installate le prime 13 in ricordo di coloro che sono stati perseguitati dai nazisti e dai fascisti parecchi anni fa.
Le pietre saranno posizionate, tutte quante, davanti alle rispettive abitazioni. Per esempio in via Atene 3, è arrivata la pietra che ricorda Ambrogio Campi, un partigiano che venne ucciso a 42 anni a Mauthausen.
Invece in via Vallisneri 2, nelle prossime settimane, saranno poggiate delle pietre per ricordare Rebecca Bloom e sua figlia Enrichetta, che vennero arrestate e portate ad Auschwitz, dove poi vennero uccise dalla furia nazista. Nello stesso campo di concentramento, venne ucciso all’età di 22 anni anche Aldo Levi.
La sua pietra è stata posata in via Cambiasi 3, Casoretto. Invece è proprio dinanzi all’hotel Diana che si trova in via Piave che arriveranno le pietre di Nissimi Hazan, della moglie e delle figlie Ginette e Colette. La famiglia era arrivata a Milano dalla Bulgaria, poi era stata arrestata mentre era in viaggio per raggiungere la Svizzera. Vennero uccisi tutti quanti.
Antonio Piazzolla, viveva in via Vittorio Veneto 4 a Porta Venezia quando venne ucciso a 37 anni. Mario Amadei, venne arrestato in occasione degli scioperi avvenuti nel 1944 e morì a 25 anni. Viveva in via Abbadesse. La stessa sorte è toccata al suo collega Luigi Duci, che invece viveva in via Ornato 55 a Milano.
Uno degli organizzatori dello sciopero, Lodovico Petit Bon, viveva in via Monte Rotondo 9 a Milano venne ucciso a 44 anni anche lui a Mauthausen. Stesso indirizzo per Ateo Castellani, arrestato dopo gli scioperi e ucciso all’età di trent’anni.
Probabilmente qualcuno non ha mai sentito parlare delle pietre d’inciampo, in realtà la prima è stata poggiata nel 2017 a Corso Magenta 55, per ricordare Alberto Segre nonché padre di Liliana, che venne ucciso nel 1944, ad Auschwitz.
Come abbiamo avuto modo di vedere, sono tanti nomi, tante vie e tante storie che raccontano e rappresentano oggi l’odio dei nazisti e dei fascisti che ha seminato sangue, morte, sofferenza e terrore in tutto il mondo per anni. Tutto questo oggi ci permette di tornare indietro nel tempo e fare in modo che quanto è accaduto non si ripeta mai più.
Oggi, nel giorno dedicato ai Giusti dell’umanità, come afferma il presidente del consiglio comunale di Milano, Elena Buscemi, è un dovere esserci ed essere tutti uniti in occasione di manifestazioni di questo genere.
Tra l’altro non a caso si chiamano pietre d’inciampo. Per chi non lo sapesse l’espressione “inciampo” ovviamente non fa riferimento al senso fisico, ma a quello mentale e visivo. L’obiettivo è fermare a riflettere coloro che vi passano accanto o che si imbattono in queste piccole ma rappresentative opere.