Vediamo insieme quali sono le categorie di lavoratori che resteranno escluse dagli aumenti sulle pensioni. Nel 2023 queste categorie non avranno accesso agli aumenti.
Il tema delle pensioni è sempre uno dei temi più difficili e importanti da affrontare per il Governo. Le pensioni rappresentano una delle maggiori spese per lo Stato, e bisogna sempre stabilire con precisione le modalità di pensionamento. A partire dal 2023, tra meno di un mese, ci saranno tanti cambiamenti sulle pensioni di moltissimi italiani.
Il governo sta lavorando in particolar modo per aumentare i pagamenti delle pensioni ancor di più di quanto era previsto con la legge di Bilancio 2023. Gli obiettivi prefissati sono due: il primo è sistemare la rivalutazione dando il via all’incremento del 100% anche per tutte quelle pensioni pari a 4 o 5 volte il trattamento minimo. Il secondo provvedimento previsto è l’aumento dell’importo delle pensioni minime. Si tratta di due possibili novità che probabilmente saranno finanziate da tutti i tagli previsti sul reddito di cittadinanza.
Si discuterà su questi temi nei prossimi giorni. Dunque i percettori del reddito di cittadinanza potrebbero ricevere cattive notizie a vantaggio dei pensionati, e i pensionati potrebbero riceverne di buone a svantaggio dei percettori del reddito di cittadinanza.
Legge di Bilancio 2023, ecco i cambiamenti
Nel 2023 la legge di Bilancio rivedrà tutto il meccanismo della rivalutazione delle pensioni. Quello che è certo è che il tasso sarà al 7,3%.
Con questa manovra la rivalutazione piena è mantenuta al 100% del tasso di indicizzazione, ma solo per chi ha un’importo pensionistico mensile inferiore ad almeno quattro volte il trattamento minimo. Si parla quindi di circa 2100 euro.
Per tutte le altre categorie il tasso sarà ridotto in modo progressivo. Per gli assegni compresi tra 4 e 5 volte il trattamento minimo è previsto l’80%; per quelli compresi tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo è previsto il 55%. Il 50% per gli assegni compresi tra 6 e 8 volte, 40% tra le 8 e le 10 volte, 35% per gli assegni che risultano essere superiori a dieci volte il trattamento minimo. La maggioranza ha intenzione di autorizzare la rivalutazione completa anche alla fascia compresa tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (2100 e 2600 euro). In questo caso i pensionati potrebbero guadagnare fino a nove euro in più rispetto alla precedente rivalutazione.
Aumento della pensione minima nel 2023: a quanto ammonta
Il 2023 si aprirà con l’aumento di tutte le pensioni minime, un ulteriore aumento rispetto a quello che la rivalutazione prevedeva. Nello specifico vediamo che gli assegni con importo inferiore a 525 euro (nel 2023 563 euro) avranno un ulteriore aumento dell’1,5%, nel 2024 l’aumento sarà del 2,7%. Quel che ne consegue è che da questo momento in poi le pensioni minime avranno un importo di 572,18 euro.
Forza Italia chiede al governo uno sforzo maggiore su questo tema, anche solo per tutti gli over 75. Nello specifico il partito chiede una pensione minima di 590 euro, Silvio Berlusconi chiede di arrotondare a 600 euro di pensione minima. Nei prossimi giorni avremo ulteriori conferme.