Un nuovo progetto è iniziato a favore delle detenute in Cascina Cuccagna a Milano, le quali hanno la possibilità di reinserirsi nella società.
Il progetto ‘Uscita in sicurezza’, finanziato da Cassa delle Ammende e Regione Lombardia, nasce dalla collaborazione tra i servizi sanitari locali e l’associazione di comunità Il Gabbiano.
Fornisce non solo supporto psicologico e orientamento, ma funge anche da spazio per l’interazione sociale, la formazione e le opportunità di lavoro.
Situato presso il centro diurno di Cascina Cuccagna a Milano, il progetto opera cinque giorni alla settimana e si rivolge specificamente alle detenute che stanno scontando la pena fuori dal carcere.
Nuovo progetto per le detenute in Cascina Cuccagna
Il progetto ‘Donne Oltre Le Mura’, sostenuto dal programma operativo regionale del Fondo Sociale Europeo, coincide con questa iniziativa.
Presso il centro diurno sito in Cascina Cuccagna si svolgono quotidianamente due distinte attività che fungono da spazio di aggregazione per le donne che si trovano agli arresti domiciliari o sono ancora sottoposte a misure alternative.
Una vasta gamma di attività artistiche è a disposizione dei detenuti, tra cui la lettura di carte dei tarocchi, il disegno, la scultura e l’arteterapia. Inoltre, ci sono laboratori incentrati sulla creazione di gioielli, cucito e ceramica.
Un corso particolare consente ai detenuti di collaborare su base settimanale per creare un podcast che funge da piattaforma per condividere le loro storie personali e impegnarsi in conversazioni significative sulla ricostruzione di relazioni familiari fratturate.
Supporto anche per i transessuali
Secondo Luisa Della Morte, che dirige l’associazione di comunità Il Gabbiano, la presa in carico comporta la ricezione di segnalazioni dagli istituti di San Vittore e Bollate o dall’Uepe (Uffici Esterni Esecuzione Penale).
Spiega che forniscono anche supporto alle persone transessuali che sono ospitate in una sezione del carcere di Como.
Quando le istituzioni indirizzano loro qualcuno, si prendono il tempo per conoscere la persona e valutarne le esigenze e il potenziale.
Sulla base di queste informazioni, viene sviluppato un programma personalizzato per il detenuto.
Della Morte spiega inoltre che nell’asilo nido le persone sono in grado di riflettere sulle proprie esperienze, acquisire nuove competenze e costruire resilienza in preparazione per future opportunità di lavoro nel mercato.
Inoltre, ai detenuti viene offerta l’opportunità di partecipare a un programma completo di preparazione del pane di 50 ore.
Il corso si svolge all’interno dei locali del bar-ristorante ‘Un posto a Milano’, che ha sede in un antico casale del ‘700.
Secondo Giacomo Faina, uno dei soci fondatori di Esterni, il team responsabile della rivitalizzazione urbana di Cascina, hanno iniziato il loro lavoro tre anni fa in mezzo alla pandemia di Covid.
Delle nove donne presenti in questo particolare giorno, quattro di loro sono attualmente impiegate presso il cantiere.
Una grande opportunità di rinserimento nella società
Spesso si formano amicizie tra i detenuti in diversi laboratori. Sonia, a cui restano ancora tre anni di pena, esprime gratitudine per il sostegno che riceve sia dagli operatori che dalle ragazze.
Riconosce la loro assistenza nell’affrontare le sue vulnerabilità. Avendo perso la sua rete sociale e la capacità di socializzare, vede in questo progetto una preziosa opportunità di reinserimento nella società.
Immediatamente dopo aver incontrato gli altri detenuti, Sonia stabilì subito un rapporto positivo con loro.
Secondo Sonia, condividono tutti una forte determinazione a reintegrarsi nella società e ad entrare in empatia con i propri sentimenti di disagio.
È chiaro che c’è un urgente bisogno di sostegno e solidarietà tra di loro, piuttosto che essere isolati e lasciati a sé stessi.