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Olio per friggere, dove si butta? No, né water né lavandino: ecco il posto giusto

Vorresti sapere dove gettare l’olio fritto ed evitare guai in casa? Semplice, non devi gettarlo né nel water né nel lavandino, perché potresti causare danni seri. Scopriamo quale è il posto giusto per gettare l’olio per friggere una volta che lo hai utilizzato!

Olio per friggere – imilanesi.nanopress.it

Sapevi che l’olio fritto non va mai buttato dentro il lavandino della cucina e neanche nel wc? Magari non hai mai dato molta importanza a questo gesto, tuttavia è preferibile non farlo perché a risentirne potrebbero essere le tubazioni interne della tua casa.

L’olio fritto va smaltito in modo apposito, e diversamente dai rifiuti normali, infatti fa parte della categoria di rifiuti speciali. Esiste una legge ben precisa al riguardo, che deve essere rispettata, pensa multe molto pesanti.

Quindi, sia che si tratti dell’olio fritto domestico, oppure di quello che usano ristoranti, pizzerie e altre attività che lavorano nel settore della ristorazione, l’olio va gettato in luoghi specifici. Ecco tutto quello che c’è da sapere su come smaltire l’olio fritto!

Olio per friggere – imilanesi.nanopress.it

Quali danni può causare l’olio fritto

L’olio fritto è pericoloso e il fatto che raggiunga temperature molto elevate può causare danni molto seri alle tubazioni del tuo appartamento se lo getti nel water oppure nel lavandino della cucina. Infatti, devi sapere che, nonostante i tubi siano molto resistenti, tuttavia sono suscettibili al calore elevato.

In alternativa, attendi che si raffredda prima di gettarlo all’interno delle tubature. Sappi comunque che l’olio fritto non è organico e non è neanche biodegradabile. Una volta che viene disperso nell’acqua forma un velo spesso e non fa penetrare i raggi solari, generando così danni all’ambiente.

Inoltre, un altro pericolo che può causare è quello di rendere l’acqua non potabile, visto che sulla falda acquifera forma una pellicola. Per questi motivi bisogna gettare l’olio nel posto giusto e smaltirlo come previsto dalla legge vigente.

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Come avviene lo smaltimento dell’olio fritto

L’olio che si usa in casa per friggere si chiama olio esausto, di cui fanno parte anche altri oli, e va raccolto a livello domestico e messo in contenitori appositi contenitori. Quando si riempiono, i contenitori vanno portati nelle isole ecologiche, presenti praticamente in tutte le città.

Oppure, se il tuo comune non ne è dotato, puoi farti indicare quale è il comune più vicino dove sono presenti le isole ecologiche. Devi sapere che anche alcuni distributori di benzina si occupano del ritiro dell’olio esausto in forma gratuita.

Non lasciare mai contenitori di olio esausto nei pressi della spazzatura in quanto si tratta di un rifiuto pericoloso, che va smaltito secondo specifiche procedure.

Cosa dice la legge sullo smaltimento dell’olio esausto

Sono obbligati a smaltire l’olio fritto secondo le regole previste dalla legge anche tutte le attività che operano nel settore della ristorazione, che ovviamente producono molto più olio fritto di una famiglia.

Se gli oli di frittura sono destinati al recupero non vengono accorpati ai rifiuti urbani, in quanto si tratta di una procedura valida solamente per lo smaltimento in discarica.

Olio d’oliva-imilanesi.nanopress.it

Visto che comunque si tratta di rifiuti liquidi, in discarica non vengono ammessi e devono essere recuperati tramite una rete di raccolta apposita, come prevede il Conoe (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti.

Alberghi, ristoranti, pizzerie, rosticcerie e qualunque altra attività che produce olio fritto deve conservare l’olio in contenitori appositamente studiati per il recupero e lo smaltimento. Le varie attività devono anche contattare una società autorizzata al ritiro dell’olio fritto.

Le sanzioni previste per chi trasgredisce le regole vanno da 270 a 1.550 euro. Le attività sono obbligate e rivelare tutta la quantità di olio fritto prodotto e non devono nascondere illeciti.

Nel caso di ristoranti, pizzerie, paninoteche e altre imprese artigiane, possono accumulare rifiuti senza limiti di quantità, ma devono conferirli entro 3 mesi al massimo. Inoltre, possono anche tenere quantità limitate di rifiuti in deposito, massimo 30 metri cubi, per più tempo ma per un anno al massimo.

 

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Irene