Più di 2.000 persone hanno partecipato al corteo del Primo maggio a Milano in occasione della Festa dei lavoratori.
Non si può dire che il 1° maggio 2023 passerà alla storia tra i più belli a livello meteorologico. L’Italia è stata colpita da pesanti piogge qua e là, mentre in alte zone i cieli nuvolosi e le temperature sotto media hanno costretto molte famiglie a rinunciare alla gita fuori porta.
Nonostante il tempo sia stato pessimo, più di duemila persone appartenenti ai sindacati di base e ai centri sociali hanno ugualmente manifestato in corteo per la Festa dei lavoratori.
Giuseppe Petronzi, questo di Milano, per l’occasione ha predisposto un servizio d’ordine pubblico che ha chiamato a raccolta carabinieri, polizia, polizia locale e guardia di finanza, tutti impegnati a gestire la manifestazione indetta dai sindacati di base e dagli esponenti della “smash repression”.
Il corteo si è mosso da Piazza XXIV Maggio alle 15.30 circa per dirigersi prima nel centro cittadino e poi in piazza Resistenza Partigiana. Da lì la successiva meta è stata Piazza Duomo, dove l’iniziativa si è esaurita senza nessun rilievo di sorta.
Per quanto riguarda la parte del corteo che rappresentava “smash repression”, è proseguita fino in via De Amicis per raggiungere Piazza Castello.
Purtroppo, una parte di questo corteo si è separata dal resto e ha raggiunto piazzale Cardona, dove ha iniziato a danneggiare la porta d’ingresso di un esercizio commerciale, rubando varie bottiglie di alcolici. I responsabili sono ignoti, ma sono in corso delle indagini per individuarli.
Sempre nello stesso momento, due cittadini italiani sono stati sottoposti a indagine per resistenza a pubblico ufficiale e per imbrattamento.
Sia i centri sociali che i sindacati di base sono scesi in piazza a manifestare per i salari troppo bassi e per la scarsa sicurezza sui posti di lavoro.
Tra gli striscioni emersi durante il corteo, hanno colpito particolarmente quelli che riportavano le scritte “Contro Nato, Ue e governo Meloni, fuori dalla guerra” e ‘No al razzismo, no allo sfruttamento“.