Oltre 700 euro di aumento in busta paga: soldi in più per questi contribuenti

Oltre 700 euro di aumento in busta paga: ecco che ci saranno soldi in più per questi contribuenti. Di chi parliamo? Per i dettagli basterà leggere le prossime righe. Saranno date informazioni davvero preziose.

Ventaglio di banconote
Ventaglio di banconote – Imilanesi.Nanopress.it

Si parla di un importante incremento dello stipendio netto, grazie al cuneo fiscale. Si potrà arrivare fino a 61 euro aggiuntivi al mese, ma per quanto riguarda determinate categorie di contribuenti. Un taglio che porterà quindi a un vantaggioso aumento pari a 61 euro netti mensili. Ciò avverrà per i 6 mesi in cui sarà valido il taglio di altri quattro punti, in relazione ai contributi di tipo previdenziale. Tutto quello che c’è da sapere qui di seguito.

700 euro di aumento in busta paga: un grande beneficio per questi contribuenti

Il Governo Meloni ha stabilito determinati interventi, utili per rendere molto più lieve il cuneo fiscale derivante dal Decreto Lavoro che si è provveduto ad approvare durante la giornata del 1° Maggio.

Si parla per la precisione del vantaggio massimo in corrispondenza di un reddito lordo equivalente a 35 mila euro all’anno. Da quanto detto si parla di 2.692 euro al mese per tredici mensilità.

Calcoli reddito
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Una forma molto vantaggiosa che si va a sommare al vantaggio creato dalla Legge di Bilancio. Quest’ultima, infatti, per questa tipologia di retribuzione aveva messo in previsione, per l’intero anno, una diminuzione per quanto concerne i versamenti equivalente a un paio di punti.

In pratica si tratterebbe di un valore corrispondente a una trentina di euro.

Dunque, per uno stipendio di 25 mila euro annuale, l’aumento mensile nella busta paga in seguito all’applicazione da parte dell’Irpef corrisponde a 51 euro. Questa cifra va quindi ad aggiungersi a quella dei 38 euro già previsti.

700 euro di aumento in busta paga: le novità

Per via del cuneo fiscale, le novità correlate allo stipendio equivalgono a circa 108 euro in più al mese, ma in questo caso specifico è importante fare una differenza tra il netto e il lordo.

Stipendio
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Difatti per comprendere pienamente cosa va a differenziare il vantaggio lordo da quello netto, non dovrete fare altro che tener ben presente un fattore fondamentale. Il contributo di tipo previdenziale che risulta a carico del dipendente, infatti, viene trattenuto dalla sua paga prima di procedere con l’applicazione dell’Irpef.

Dunque su questa specifica voce non sono presenti eventuali imposte.

Se poi il contributo risulta ridotto, la cifra che viene liberata si sottopone all’Irpef. Conseguentemente è soggetta a una forma di assottigliamento, in termini netti.

All’origine l’aliquota di genere contributivo equivaleva al 9,19%. Una percentuale che poi è andata a ridursi in seguito alla Legge di Bilancio, infatti è diminuita al 6,19% per quegli stipendi che arrivano fino a 1.923 euro al mese.

Risulta, invece, al 7,19% per coloro che hanno degli stipendi che rientrano tra i 1.923 euro e 2.692 euro. Pertanto mediante il Decreto Lavoro è avvenuta l’esonerazione di ulteriori 4 punti per tutti.

Le simulazioni relative a questi incrementi: altre informazioni preziose da conoscere

Qui potrete quindi capire effettivamente cosa accadrà ai diversi livelli di stipendio. In relazione a una cifra lorda di 769 euro al mese e con 10mila euro annuali, l’incremento lordo corrisponderà alla cifra di 31 euro lordi. Questi 31, in realtà, sono precisamente 24 euro netti.

I 24 euro netti possono tramutarsi in 41, se si va a considerare l’impatto dovuto dalla Legge di Bilancio.

Attraverso 25 mila all’anno, cioè 1.923 euro al mese, si ottiene una retribuzione di 77 euro lordi e 51 netti. Questi salgono poi a 89, se si aggiunge il vantaggio già in vigore.

Per una quota di 35 mila euro all’anno con 2.692 euro al mese, il lavoratore avrebbe 108 euro lordi, ricevendone esattamente 61 euro netti. Considerate che questo equivale al livello più elevato preso in considerazione dall’intervento del taglio riguardante il cuneo fiscale.

Pertanto se si va a sommare l’effetto delle regole già in corso, il beneficio netto al mese è di 91 euro.

Tutti gli importi descritti precedentemente danno rilevanza all’Irpef, ma non alle addizionali di tipo locale, oltre a quelle di genere regionale e comunale.

Ciò in quanto queste possono subire determinati cambiamenti, in base al tipo di territorio. Inoltre possono anche andare a togliere ulteriori 3 o 4 euro al massimo al mese. Per quanto riguarda le addizionali, si provvede a trattenerle nella busta paga l’anno seguente a quello in cui si è percepita la busta paga.

Busta paga
Busta paga-Imilanesi.it

In questo caso l’impatto reale si manifesterà con un certo ritardo. Ecco che come si è potuto osservare, si parla di soldi in più per determinate persone e il motivo sembra essere chiaro a questo punto dell’articolo.

Ultimi dettagli da considerare: che cosa possiamo dire a tal riguardo

La scelta di concentrare le risorse precisamente sul cuneo fiscale e contributivo, si è stabilita in maniera tale da offrire un segnale importante e reale in busta paga. Ciò per contrastare efficacemente le problematiche economiche create dal carovita e dall’inflazione.

Un preciso intento di sostenere l’economia italiana, rendendo migliori le condizioni lavorative in una situazione di inflazione e di profonda crisi economica.

Pur trattandosi di una misura temporanea, essa costituisce in ogni caso un considerevole segnale di aiuto concreto a tante famiglie italiane. Oltre che a quei lavoratori che si trovano a dover affrontare quotidianamente tante spese con cifre sempre più esorbitanti. Aumenti che hanno messo in serie difficoltà tanti italiani.

In tal senso è importante il valore economico e sociale di tutto questo, dal momento che come detto, diverse famiglie ne possono e ne potranno beneficiare e questa non è una cosa da poco se si tiene conto della situazione attuale in cui siamo tutti noi.

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