La famiglia dell’ambasciatore Attanasio, ucciso nel 2021 in Congo, ha accettato il risarcimento e di uscire dal processo.
In relazione al processo relativo alla prematura scomparsa dell’Ambasciatore Luca Attanasio, i familiari del defunto hanno scelto di non costituirsi parte civile.
Il legale rappresentante di Salvatore Attanasio, padre della vittima, ha informato il presidente del tribunale che è stato raggiunto un accordo tra la famiglia e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam).
A seguito di tale accordo, la famiglia, compresa la moglie di Luca Attanasio, Zakia Seddiki, ha deciso di ritirarsi dal processo.
La famiglia di Attanasio accetta il risarcimento
All’apertura dell’udienza preliminare, il legale rappresentante della famiglia Attanasio ha annunciato la deliberazione della famiglia che l’intero ricavato della transazione venga generosamente devoluto alle tre figlie del defunto diplomatico.
Tuttavia, non ci sarà alcun compromesso o rinuncia a questa decisione. “Non accetteremo alcuna somma che possa essere opportuna o conveniente. È nostra ferma aspettativa che il processo chiarisca pienamente tutti coloro che hanno la responsabilità della prematura scomparsa di mio figlio”, ha dichiarato Salvatore Attanasio.
La famiglia Iacovacci, parenti del carabiniere Vittorio Iacovacci, ha deciso di declinare ogni forma di risarcimento e manterrà la propria parte civile nel procedimento giudiziario.
Dario Iacovacci, fratello del militare dell’Arma, ha espresso la loro determinazione, affermando: che “continueremo a partecipare attivamente al processo come parte civile perché il nostro obiettivo è quello di scoprire la verità sui fatti accaduti”.
Le parti civili coinvolte in questo caso comprendono anche il Comune di Limbiate, città natale e formazione di Attanasio.
Sit-in durante il processo
Durante l’udienza tenuta dal gip, Silvia Stilli, presidente di Aoi, e Ivana Barsotto, presidente di Focsiv, hanno inscenato un sit-in a piazzale Clodio.
La loro intenzione era quella di esprimere la loro profonda preoccupazione per le misure di sicurezza fornite a coloro che svolgono attività diplomatiche nell’ambito della loro professione o come volontari.
Hanno riconosciuto che ci sono preoccupazioni in merito ai protocolli di sicurezza applicati dall’agenzia delle Nazioni Unite coinvolta in questa questione.
Gli organizzatori hanno sottolineato il loro incrollabile sostegno alle famiglie colpite, indipendentemente dall’esito dell’udienza.
L’omicidio avvenne in Congo
Era il 22 febbraio 2021 quando in Congo quando persero la vita tre persone. Tra le vittime c’erano Luca Attanasio, lo stimato ambasciatore italiano, Vittorio Iacovacci, un carabiniere, e Mustapha Milambo, l’autista.
Il procedimento giudiziario ha sottoposto a processo sei individui congolesi accusati di omicidio, associazione a delinquere e possesso illegale di armi e munizioni da guerra.
L’accusa ha descritto gli imputati come membri di una famigerata “banda criminale” nota per il loro coinvolgimento in saccheggi di strada.
La loro intenzione iniziale era quella di rapire l’ambasciatore per il riscatto, ma tragicamente hanno ucciso sia lui che i suoi due colleghi.