Il processo a Davide Fontana per l’omicidio di Carol Maltesi si celebrerà in rito ordinario. Niente rito abbreviato per il reo confesso.
Porte aperte e dissequestro dei due appartamenti affittati, insieme al rito ordinario. Sono le misure decise dalla Corte D’assise di Busto Arsizio in provincia di Varese. Decisioni arrivate durante la prima udienza di questa mattina per l’uccisione di Carol Maltesi, la 26enne uccisa e fatta a pezzi lo scorso gennaio, di cui i resti sono stati ritrovati a Brescia solamente due mesi dopo l’omicidio.
La Corte D’Assise di Busto Arsizio (Varese) ha deciso che il processo a Davide Fonante reo confesso dell’omicidio di Carol Maltesi, non verrà effettuato in rito abbreviato. Dunque per il 43enne milanese in carcere con l’accusa di omicidio della 26enne, fatta a pezzetti dopo essere stata colpita e dopo averle tagliato la gola, ci sarà il rito ordinario.
La Corte ha rigettato l’eccezione di illegittimità costituzionale del rito abbreviato per reati che potrebbero essere punito con l’ergastolo, che aveva presentato il legale di Davide Fontana.
La prima udienza si è tenuta questa mattina, e la Corte ha anche deciso che il processo si terrà a porte aperte. Inoltre ci sarà il dissequestro degli appartamenti affittati da vittima e dal killer a Rescaldina, perché potranno tornare a disposizione dei proprietari.
L’avvocato difensore ha presentato – notizia delle ultime ore – anche una perizia psichiatrica per Fontana. In aula Stefano Paloschi avvocato di Davide Fontana, avrebbe parlato “morte civile” in caso di rito ordinario. La replica è arrivata da parte del difensore della famiglia della vittima, secondo il quale la morte civile al momento la vivono i genitori della figlia, che non c’è più, brutalmente uccisa. Così Manuela Scalia, al termine della prima udienza.
Pare si fosse invaghito di Carol, Davide Fontana, 43 enne milanese che avrebbe conosciuta la giovane in ambiente del cinema hard, dopo che questa aveva deciso di abbandonare il Varesotto per trasferirsi in Veneto dal figlio.
L’uomo, banchiere di professione, è adesso accusato di aver ucciso la 26enne, di averla fatta a pezzi per occultare il cadavere, e di averla posta in un freezer (appositamente comprato sul web). Una volta nascosto il corpo, avrebbe poi tentato di bruciarlo con un barbecue a Brescia, nei boschi di Valcuvia.
Secondo le ricostruzioni pare che il killer avesse colpito con un martello alla testa la giovane, per poi tagliarle la gola. Intanto i legali di Fontana hanno chiesto una consulenza tecnica visti i tratti possibilmente patologici del 43enne. “Di tipo ossessivo, narcisistico, che possono indicare un disturbo della personalità“, si legge nella richiesta. La volontà sarebbe quella di chiedere alla Corte una perizia per accertare che il killer non avrebbe avuto le capacita di intere e volere.