Non è ancora chiaro chi possa essere il colpevole dell’omicidio di Pier Luigi Landriani avvenuto in via Panigarola qualche sera fa a Milano.
L’uomo è stato raggiunto da 20 coltellate al torace che sono state per lui determinanti e che lo hanno condotto in pochissimi minuti alla morte.
La polizia già da diversi giorni va a caccia del killer. La convivente presente sulla scena del delitto racconta una versione dei fatti che non convince gli inquirenti che infatti stanno procedendo con le opportune verifiche.
La donna brasiliana presente in casa racconta la sua versione ma non convince gli inquirenti
Il corpo dell’uomo è stato trovato nell’appartamento Aler grande 35 m². La Polizia si è trovata di fronte ad una scena incredibile. L’omicidio avvenuto in un alloggio al quinto piano, scala D, dopo le ore 23:30 ha diversi punti poco o per nulla chiari. Pier Luigi Landriani era nato a San Donato. Il 22 giugno avrebbe compiuto 70 anni.
Aveva dei precedenti, infatti era conosciuto dalle forze dell’ordine. Quando sono arrivati i poliziotti e l’ambulanza per lui non c’era più niente da fare, perché aveva perso troppo sangue. I tentativi di rianimazione sono stati diversi, ma tutti inutili. Accanto a lui c’era una donna originaria del Brasile di 49 anni, sua convivente. Anche su quest’aspetto ci sono dei dubbi, perché recentemente l’uomo l’aveva presentata a diverse persone come la badante.
La compagnia e Pier Luigi Landriani avevano problemi con la droga
Ad ogni modo, sia lui che lei hanno avuto problemi con la droga. Sarebbe stata la donna brasiliana a chiamare la polizia raccontando di una scena poco chiara. I vicini affermano che spesso i due litigavano, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Adesso la sezione omicidi della squadra mobile sotto la guida del dirigente Marco Calì e del vice questore Domenico Balsamo hanno avviato delle indagini per cercare di capire cosa possa essere successo.
La donna racconta che il sessantanovenne prima di morire aveva litigato con degli uomini di origine nordafricana: erano due spacciatori. Al culmine della lite, secondo lei, i due lo avrebbero accoltellato, per qualche motivo che non ha saputo spiegare perché non ha assistito alla scena. I tre erano chiusi dentro una stanza, mentre lei nella stanza di fianco. Dopo la fuga dei due pusher racconta di essere andata in camera del compagno e di avere scoperto soltanto allora che era stato ferito gravemente.
La Polizia indaga tramite le immagini della videosorveglianza della zona per cercare qualche prova
A quel punto avrebbe chiamato i soccorsi e la Polizia raccontando questa versione dei fatti che appare essere poco chiara e poco sincera. Ecco perché le forze dell’ordine stanno cercando di verificare il tutto tramite l’aiuto delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza sia del palazzo che di tutta la zona. Per adesso non è chiaro nemmeno se al momento del delitto all’interno di quell’appartamento c’erano altre persone.
Per cui la killer in questione potrebbe anche essere lei. Nel frattempo l’appartamento è stato sottoposto a sequestro. Dei coltelli sono stati sequestrati perché tra quelli potrebbe nascondersi l’arma del delitto che ad oggi non è ancora stata trovata.