L’omicidio della giovane madre, annegata nell’Adda, è avvenuto ad opera del compagno Carlo Fumagalli. L’uomo si trova adesso ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII
Lo scorso 19 aprile un gruppo di passanti ha visto una Renault Magane finita fuori strada, nelle acque del fiume Adda. Hanno così dato l’allarme. Non potevano immaginare che non si trattava di un semplice incidente ma che si stesse compiendo un omicidio. La vittima è Romina Vento, 44 anni, madre dei giovani Lorenzo e Vanessa. Era residente a Fara Gera d’Adda, luogo in cui viveva insiema al compagno Carlo Fumagalli, 49 anni, autore dell’atroce delitto.
Nella sera del 19 aprile, Carlo Fumagalli è andato a prendere la compagna a lavoro presso il pastificio Annoni di Fara Gera d’Adda. Hanno dato un passaggio a un collega della donna e, una volta rimasti soli, è scoppiata una lite tremenda. Romina Vento aveva intenzione di lasciarlo. Fumagalli ha perso la testa e ha diretto l’auto che stava guidando verso un punto sprovvisto di guard rail, finendo nel fiume.
“L’ho tenuta sott’acqua con le mie mani, così l’ho uccisa”, ha confessato successivamente al pm Carmen Santoro. L’autopsia sul corpo della donna non ha rilevato lesioni dopo l’impatto. Avrebbe potuto salvarsi ma l’uomo le ha impedito di tornare a galla.
Carlo Fumagalli assumeva farmaci per controllare i suoi problemi di salute mentale. Tuttavia, stando a quanto riportato dal suo legale difensore, da cinque settimane non prendeva più i medicinali. Il reato viene descritto come il raptus di un uomo affetto da disurbi psichici.
Fumagalli ha dichiarato: “Non riesco ancora a credere a quello che ho fatto, anche perché in trent’anni insieme non abbiamo mai litigato, mai alzato la voce, non ho mai avuto atteggiamenti violenti nei confronti di Romina, nemmeno a livello verbale”. Al momento si trova ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII poiché si teme che possa essere a rischio suicidio.
Fumagalli rischia l’ergastolo. Il pm Santoro ha richiesto il processo per omicidio volontario, aggravato da legame di convivenza. L’udienza preliminare sarà il prossimo 3 novembre.