Opere d’arte restituite a distanza di moltissimi anni. Si parla delle opere del grande artista Aligi Sassu che ora possono tornare a casa e dopo ben 23 anni. Vediamo perché e cos’era successo ben venti anni fa.
Le opere in questione furono rubate: parliamo di serigrafie che risalgono agli anni 80. Fu l’artista Aligi Sassu a donarle, ma poi le stesse furono rubate da qualcuno. L’intervento dei carabinieri. dopo tanto tempo, ha permesso di riportarle a casa.
Opere d’arte restituite: cos’è accaduto
Come accennato poco fa, si parla di opere d’arte che risalgono agli anni 80 e che furono prima donate e poi rubate.
Oggi però sembra esserci una vera svolta in tal senso, dal momento che i carabinieri di Giulianova hanno restituito tali opere a distanza di 23 lunghi anni al primo cittadino di Corbetta.
Sembra che tali opere siano state ritrovate in dei locali che appartenevano a un gallerista in Abruzzo. Ma di quali opere si parla nello specifico?
L’opera “ I ciclisti” e “Battaglia dei tre cavalieri”. Le due opere appena citate furono dunque rubate, ma per fortuna sono state individuate insieme ad altre opere dai carabinieri del Nor.
Gli stessi hanno provveduto a fare gli appositi controlli e dopo questi sono arrivati alla conclusione che fossero proprio le opere prese dal comune di Corbetta, esattamente i primi di agosto dell’anno 2000.
Tali controlli sono stati effettuati in modo accurato nello specifico dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Aquila attraverso la banca dati dei beni sottratti in modo non lecito. Banca questa curata dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale.
Qualcosa sull’artista: chi era
Come detto, si tratta delle opere che furono date nel 96, in dono dall’artista e proprio al comune di Corbetta.
In seguito a quanto accaduto sembra che la procura di Teramo abbia provveduto a disporre che le opere fosse consegnate nuovamente al comune. Inoltre chi deteneva le opere non risponderà di quello che ha fatto poiché è venuto a mancare. La buona notizia è però lampante: le opere di Aligi Sassu sono tornate dove sarebbero dovute sempre essere. Ma chi era Aligi Sassu?
Aligi Sassu è stato un grande: uno scultore e un pittore.
Nato nel 1912 a Milano, ed esattamente il 17 luglio, era il figlio di uno dei fondatori del Partito Socialista a Sassari. È proprio grazie alle amicizie del padre, che a sette anni è potuto arrivare all’Esposizione Nazionale Futurista presso la Galleria Moretti di Palazzo Cova.
Successivamente a causa della situazione economica della sua famiglia, ha dovuto abbandonare gli studi e così ha iniziato in un primo momento a lavorare come apprendista e poi come aiutante, finché successivamente non è riuscito anche a riprendere gli studi e concluderli.
Accanto al suo amico Munari arrivò dinnanzi a Filippo Tommaso Marinetti, nonché colui che fondò il movimento futurista. Un incontro questo che fu davvero importante poiché lo stesso fondatore del futurismo lo invitò a prendere parte alla Biennale di Venezia.
Opere dell’artista
Con il passar del tempo lo stesso ha potuto creare varie opere d’arte, alcune anche cedute e donate, come quelle ritrovate a distanza di più di 20 anni.
Guardando queste è facilmente osservabile lo stile futurista: tra le sue opere ricordiamo appunto I Ciclisti, una delle opere ritrovate, che sembra derivare proprio dalla sua esperienza vissuta in modo diretto come ciclista amatoriale.
Il pittore amava il ciclismo e per comprendere tale amore basta fare riferimento a queste parole, le sue:
“Da ragazzo correvo in bicicletta. Era la mia stagione eroica, adoravo il fruscio delle gomme leggere sull’asfalto, l’odore acre di fumo, di bagnato, di terra che assorbivo, la testa incassata nelle spalle, chino sul manubrio attraverso i paesi, le campagne, gli acciottolati sconnessi di volata. Le salite allora erano polverose ed estenuanti sotto il sole. Solo chi ha lungamente lottato sulle strade può comprenderne tutta la poesia. Ricordo quegli anni come un susseguirsi di lunghe volate nella polvere delle strade di campagna, nella pioggia e nel freddo, perché uscivo anche d’inverno tanta era la passione. Rivestivo di contenuto epico quel lirico senso di vita, di giovinezza, di scoperta che era nel mio cuore. Il mondo era tutto da conoscere, era tutto da dipingere. Così a poco a poco, nacque il mio quadro Il ciclista.
Questa è solo una delle sue tante opere create e cedute. Nel 96, per esempio, l’artista ha donato 356 opere alla città di Lugano.
E come detto ha donato le due opere che sono state rubate ma che adesso, fortunatamente, sono state riconsegnate dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo, Pasquale Saccone e proprio al sindaco di Corbetta, Marco Ballarini.
Grazie a quest’azione le opere potranno tornare a far parte della collezione del comune, in tal modo i cittadini potranno tornare ad ammirarle.