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Economia e Lavoro

Ottima notizia per le donne, nuovo scivolo pensionistico INPS: cosa è stato deciso

Le donne che devono andare in pensione potranno usufruire del nuovo scivolo pensionistico INPS: tutti i dettagli.

Anziana all’ATM – Imilanesi.Nanopress.it

Il governo Meloni ha deciso di intervenire concretamente sulle pensioni, cercando di garantire somme più dignitose soprattutto per coloro che percepiscono trattamenti minimi. Si tratta di un vecchio pallino di Silvio Berlusconi, che voleva portare le pensioni minime a 1.000 euro. L’obiettivo di questo governo è quindi quello di rispettare la volontà dello storico leader venuto a mancare lo scorso 12 giugno. Tuttavia, non è soltanto su questo aspetto che si basa la politica del governo sul tema delle pensioni. Stando a quanto trapelato nelle scorse ore sembra siano in arrivo importanti novità che riguardano le pensioni delle donne.

Nuovo scivolo pensionistico INPS per le donne: in cosa consiste

Come riportato anche dal quotidiano Il Messaggero, l’intenzione dell’esecutivo è quella di arrivare ad una misura che possa prendere il posto della vecchia Opzione donna.

Donna in pensione – Imilanesi.Nanopress.it

Per farla breve, il governo ragiona su un nuovo scivolo pensionistico che dovrebbe avere una struttura molto simile a quella dell’Ape sociale, la misura che consente di pagare un’indennità fino ai 67 anni di età, soglia in cui viene poi garantita la pensione.

La prossima manovra di bilancio potrebbe pertanto contenere questa importante novità, anche se è ancora troppo presto per darla per certa. I tecnici, infatti, stanno vagliando attentamente la fattibilità di questo provvedimento, specialmente in termini di coperture necessarie.

In cosa consisteva lo scivolo precedente, ovvero Opzione donna? In breve, questa misura permetteva alle donne di lasciare il lavoro a 58 anni, a patto che venisse rispettato il requisito dei 35 anni di contributi.

Un provvedimento che però ha perso la sua forza iniziale, dato che ora la soglia di età è salita a 60 anni e la misura non è più concessa a tutte le donne.

Possono infatti accedere a Opzione donna solo alcune categorie ben precise, vale a dire le invalidi civili con il 74% (o più) di invalidità, le caregiver e le donne licenziate, oppure coloro che sono dipendenti nelle imprese dove è stato istituito un tavolo di confronto per gestire la crisi dell’azienda.

In un primo momento l’obiettivo della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, era quello di riportare Opzione donna alla sua condizione originaria. Un tentativo andato a vuoto, dato che il Ministero dell’Economia ha risposto picche.

I nodi da risolvere

Ecco perché i tecnici hanno proposto un’idea alternativa, ovvero un nuovo scivolo pensionistico che riprenda un po’ la struttura dell’Ape Sociale.

Pensionate – Imilanesi.Nanopress.it

In questo modo le donne potrebbero lasciare prima il lavoro ottenendo un’indennità (per l’Ape Sociale è di massimo 1.500 euro al mese) fino all’età pensionabile.

Chiaramente ci sono alcuni aspetti da capire, come ad esempio quale età stabilire per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Opzione donna consente di farlo a 60 anni, mentre per ottenere l’Ape Sociale bisogna arrivare a 63 anni.

Nel frattempo all’interno del governo si lavora per fare in modo che Quota 41 diventi uno degli obiettivi da raggiungere entro fine legislatura. La misura è un cavallo di battaglia della Lega, ma per renderla sostenibile bisognerà probabilmente rivedere il contributo al ribasso.

Published by
Roberto Naccarella