Il parroco della parrocchia di Travacò Siccomario è stato truffato da due uomini che si sono spacciati per restauratori
In un piccolo comune italiano, di soli 4.300 abitanti, in provincia di Pavia, che si chiama Travacò Siccomaro, il parroco della chiesa ha subito il furto di un affresco. Il fatto è successo venerdì. Due uomini si sono presentati in parrocchia spacciandosi per incaricati della Soprintendenza ai Beni culturali.
Avevano notato un pezzo di intonaco con decorazioni affrescate che si stava staccando dal porticato della facciata della chiesa. Don Gianluigi Repossi, responsabile della chiesa parrocchiale di Travacò Siccomario intitolata alla Natività di Maria Vergine, si è fidato dei due finti restauratori.
I due, infatti, sembravano anche molto esperti. Avevano, infatti, detto al parroco che il pezzo affrescato andava recuperato. E potevano valutare le modalità di conservazione e il metodo migliore per restaurarlo. In realtà erano solo interessati a portarlo via per rivenderlo in un secondo momento al mercato nero.
Solo il giorno dopo, tornando alla chiesa, si è accorto del furto e della truffa. I due, infatti, dopo essersi impossessati dell’intonaco, erano scapapti. Il parroco ha subito avvisato i carabinieri della Stazione di San Martino Siccomario. Per il momento non si hanno ulteriori informazioni in merito.
Possiamo, però, affermare che lo strappo preso dai sue truffatori non abbia particolare valore, se non quello storico legato alla narrazione pittorica della chiesa. Lo strappo di un affresco, sia da una chiesa, che da un palazzo nobiliare, ha valore solo nel contesto in cui possiamo legarlo.
Gli affreschi hanno un loro particolare significato solo se letti insieme agli altri che ricoprono le pareti dell’edificio in cui sono stati dipinti. Vedere un pezzo di affresco, come ce ne sono tanti anche nei musei, non ci aiuta a comprendere ciò che l’artista voleva simbolicamente trasmettere a coloro che si sarebbero fermati ad ammirare la sua opera.
Eppure, il mercato di coloro che amano collezionare questa tipologia di opere è attivo da molti anni. Ci sono affreschi che possono valere svarite migliaia di euro. Oggi è più difficile potere portar via anche solo un pezzo di intonaco affrescato da una chiesa o da un palazzo.
Nel secondo decennio del ‘900 molti resaturatori si sono impadroniti di pezzi storici che hanno poi rivenduto in modo lecito, perchè, in quegli anni, era permesso farlo. Da molto tempo non è più così. E’ di un paio di anni fa il ritrovamento, da parte dei militari dello speciale reparto ubicato alla Villa Reale di Monza, di tre strappi di affresco pompeiani risalenti al I secolo d.C.
Ed è sempre più frequente il recupero di questi beni culturali detenuti illegalmente da collezionisti ed imprenditori. Esiste, infatti, una banca dati dei beni culturali che sono stati sottratti illegalmente. Si tratta di un database molto ricco in possesso del Nucleo Tpc dell’Arma.