Patrick Zaki sta per fare ritorno in Italia, atteso nella serata di oggi all’università di Bologna e il 30 luglio la grande festa.
E’ dal lontano 7 febbraio 2020 che Patrick Zaki attendeva questo giorno. E dopo un anno di carcere con la prospettiva di passarne ancora molti mesi, finalmente il suo incubo è finito. Oggi arriverà in Italia e stasera è atteso a Bologna nell’università che lo ha visto laurerarsi.
All’arrivo in aeroporto, a Malpensa, verrà accolto dal Rettore Giovanni Molari e dalla professoressa Rita Monticelli, e, da qui, direzione Bologna in Rettorato. Graziato dal presidente al- Sisi, ha dovuto rimanere in Egitto per alcuni intoppi burocratici, ma oggi, finalmente, può ripartire per l’Italia.
Dovrebbe atterrare a Malpensa intorno alle 17.00 dove il rettore e la sua insegnante e coordinatrice del master Gemma seguito da Ziki, lo attendono per accompagnarlo a Bologna. Introno alle 20.30 l’attivista terrà una conferenza stampa. La grande festa per il suo rientro è fissata, invece, per la fine del mese, il 30 luglio.
Già in accordo con il comune per la location. Si celebrerà il suo ritorno in piazza Maggiore, a Bologna. Il giovane attivista era stato condannato il 18 luglio del 2022. L’accusa era di aver diffuso notizie false in un articolo. Dopo la condanna sarebbe dovuto rientrare in carcere per altri 14 mesi.
Poi è arrivata la grazia. Sembra che l’apporto da parte del governo italiano sia stato fondamentale. Come ha fatto sapere la Presidente del Consiglio Meloni, il ritorno di Zaki in Italia era un obittivo molto importante e lo hanno centrato. Il fatto che l’attivista abbia rifiutato il volo di Stato per il rientro è solo un dettaglio.
I vari ministri interpellati sono rimasti sulla stessa linea della premier. Anzi, Per il ministro della difesa Crosetto la decisione personale del giovane ha permesso al governo di risparmiare parecchi soldi. Non ci saranno, quindi strette di mano e fotografie ad immortalare il rientro del ricercatore insieme ai suoi “salvatori”.
La premier Meloni ha tenuto anche a sottolineare che il lavoro diplomatico fatto per liberare l’attivista era un atto dovuto per il quale non si aspetta alcuna riconoscenza. Ma Zaki, subito dopo il rilascio, ha ringraziato il governo italiano per il lavoro svolto e per averlo sostenuto durante i mesi di reclusione.
Un sostegno datogli nonostante Zaki non sia cittadino italiano, ma solo uno studente laureatosi in Italia. Al di là di tutto Zaki è libero. Festeggerà la sua libertà a Bologna, una festa, in verità, già iniziata in Egitto dove aveva già esultato in compagnia di altri attivisti. Tra loro anche Mohamed El-Baqer, avvocato dei diritti umani e anche lui graziato insiema a Zaki dal presidente al- Sisi.