Ci sono delle importanti novità che riguardano l’argomento pensione 2024. Vediamo cosa si prospetta per il prossimo anno.
L’argomento pensioni 2024 è ancora da definire ma una cosa è certa, ovvero che il governo è al lavoro per trovare i giusti fondi ed evitare il ritorno alla legge Fornero.
Pensioni, il punto della situazione
Stando ai numeri, sono più di 22 milioni i cittadini che vivono di pensione nel nostro paese. Una cifra decisamente elevata, ma se si pensa che la maggior parte di questi vive con pensioni minime o al di sotto dei 1.000 Euro, la questione appare più preoccupante.
I vari nodi sulle pensioni che periodicamente vengono sciolti finiscono per crearne di nuovi.
Ad oggi è possibile ritirarsi dal mondo del lavoro con la cosiddetta quota 103, una misura che richiede un’età anagrafica di 62 anni con 41 anni di contributi versati.
Facendo la somma dell’età e degli anni contributivi, si arriva a un totale di 103, cifra dalla quale la misura prende il nome. Quota 103 però sarà in vigore solo fino alla fine del 2023. Questo significa che potranno aderire tutti i lavoratori che rientrano nei requisiti entro il 31 dicembre 2023. L’obiettivo per il tema pensione 2024 è di scongiurare un ritorno alla legge Fornero, temuta da tutti.
Il governo è al lavoro per riuscire a stanziare una cifra tra i 10 e gli 11 miliardi di euro per poter confermare anche per il 2024 il taglio del cuneo fiscale, oltre che per poter mettere mano alle pensioni.
Pensione 2024, cosa aspettarsi
Come precedentemente accennato, l’obiettivo principale delle istituzioni è evitare un ritorno alla legge Fornero. Ma perché questa misura è così tanto contrastata?
Nel dicembre del 2011, in un momento di grande difficoltà economica per l’Italia, il governo Monti ha approvato una riforma delle pensioni come parte della cosiddetta “Legge Salva Italia”. La riforma, contenuta nell’articolo 24 del decreto, è stata presentata come un cambiamento necessario per la salute dei conti pubblici, anche se doloroso. La riforma ha portato con sé un cambiamento significativo per le pensioni italiane, con un impatto ancora oggi visibile.
In poche parole, la legge Fornero è mal vista perché allungherebbe i tempi per il pensionamento, con l’aggiunta di misure che prevedono, ad esempio, l’erogazione della pensione sulla base di quanto realmente versato in termini contributivi senza tener conto dell’ultimo stipendio.
Quando la legge Fornero fu approvata, l’opinione pubblica reagì inizialmente abbastanza bene, complice la situazione economica instabile nel 2011. Ben presto però si sono iniziate a delineare le problematiche di questa riforma, portandola ad essere vista come un nemico da scongiurare.
Per il prossimo anno, si spera in un rinnovo dell’attuale quota 103, per quanto non è escluso che si raggiunga un compromesso con Quota 102.