Nel 2024 il governo potrebbe finalmente decidere di varare una riforma delle pensioni che consentirebbe di andare in pensione a 61 anni.
Dopo aver lavorato per tanti anni, compiendo molti sacrifici, andare in pensione rappresenta il sogno di tutti coloro che non vedono l’ora di poter riposare e godere del trattamento pensionistico garantito dall’INPS. Tuttavia, ancora oggi per andare in pensione bisogna raggiungere un’età abbastanza avanzata. Nel 2022, in Italia, si raggiunge la pensione al compimento dei 67 anni di età con almeno 20 anni di contribuzione. Esiste poi la possibilità della pensione anticipata ordinaria, riservata a tutti coloro che risultano iscritti alle gestioni INPS: per gli uomini sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi versati, a prescindere dall’età; per le donne, invece, bastano 41 anni e 10 mesi di contributi versati.
Ma è possibile andare in pensione a 61 anni? Da diverso tempo si parla di questa eventualità, che pareva poter diventare concreta durante la discussione sulla Legge di Bilancio. In un primo momento, infatti, nelle nuove misure da introdurre si paventava l’ipotesi della pensione a 61 anni, per quella che sarebbe stata una vera e propria rivoluzione del sistema pensionistico. Tuttavia, con il passare del tempo, l’idea sembra aver perso forza e attualmente questa possibilità non pare più essere all’orizzonte.
Nonostante ciò, sono in molti a sperare che presto il governo possa riprendere il discorso, favorendo la pensione a 61 anni già nel 2024. Inizialmente l’idea era quella di strutturare una nuova Quota 100, sulla falsariga di quella che ha avuto come termine ultimo il 31 dicembre 2021. Tuttavia, questa nuova Quota 100 si sarebbe distinta per un criterio particolarmente interessante, vale a dire la flessibilità.
Come ricorderanno in molti, la precedente Quota 100 era invece molto rigida, dato che non consentiva di andare in pensione senza i 38 anni di contributi o in mancanza del requisito dei 62 anni di età. Per essere più chiari, raggiungendo i 61 anni di età non scattava la pensione nemmeno con 39 anni di contributi. L’idea che circola sulla nuova Quota 100 è proprio quella di superare questa rigidità, consentendo alle persone di andare in pensione anche con il 61+39, oppure con 63 anni di età e 37 anni di contributi e così via.
L’ipotesi ha ovviamente generato pareri molto positivi e la speranza è che davvero si possa arrivare ad una misura concreta. Tuttavia, almeno fino ad ora, la riforma delle pensioni non sembra essere tra le priorità: tutto potrebbe però cambiare nei prossimi mesi. L’obiettivo è pertanto quello di arrivare ad una riforma che parta da Quota 41 per tutti, indipendentemente dall’età, terminando con l’introduzione di una misura flessibile.
La speranza di coloro che sono ormai prossimi alla pensione è che la discussione riparta proprio da Quota 100, senza quei vincoli così rigidi che hanno caratterizzato la precedente misura. La flessibilità pare essere proprio l’elemento che potrebbe portare ad una riforma delle pensioni convincente, che trovi quindi ampio consenso.
Al momento possono andare in pensione a 61 anni (con 20 anni di contributi) i lavoratori con una percentuale di invalidità che raggiunga almeno l’80%. Per quanto riguarda le donne, l’età per andare in pensione con una percentuale di invalidità dell’80% è 56 anni, sempre con 20 anni di contributi.