Pensione a 65 anni per i nati in questi anni nel 2023: ecco chi smette prima 

Sapevi che nel 2023 potranno andare in pensione a 65 anni coloro che sono nati in una certa data? Vediamo di seguito chi può uscire prima dal mondo del lavoro e può godersi finalmente la pensione!

Pensione a 65 anni
Pensione a 65 anni – imilanesi.nanopress.it

La soglia di riferimento per andare in pensione è quella di 67 anni con almeno 20 anni di contribuzione, Tuttavia, alcune categorie di lavoratori possono accedere alla pensione anticipata e possono farlo a 65 anni.

La pensione anticipata spetta a coloro che nel 2023 compiono 65 anni di età, quindi ai nativi del 1958. Per tanti di loro il prossimo anno potrà essere quello giusto per andare in pensione, o di diritto oppure approfittando degli ammortizzatori sociali.

Molti potrebbero trovarsi a fare una scelta e dovranno fare quella giusta per avere ciò che spetta. Con la pensione anticipata non c’è bisogno di aspettare i 67 anni di età, ma occorre essere in possesso si alcuni requisiti importanti.

L’Inps però offre più soluzioni per consentire a chi vuole ritirarsi dall’attività lavorativa, ma scopriamo di seguito quali sono e quali opportunità hanno i lavoratori per godersi prima la pensione!

Pensione per chi compie 65 anni

Sono tante le persone che arrivano a 65 anni di età senza aver avuto contributi versati a sufficienza per andare in pensione. In questo caso si tratterebbe comunque di pensione anticipata, visto che la legge prevede i 67 anni di età.

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Ma chi può andare in pensione a 65 anni? Coloro che compiono 65 anni di età nel 2023 e hanno maturato 36 anni di contributi versati possono andare in pensione con l’APE sociale. I lavoratori che hanno diritto ad andare in pensione sono coloro che hanno 36 anni di versamenti e hanno svolto una attività lavorativa gravosa.

In alcuni casi possono essere sufficienti 30 anni di contributi versati per andare in pensione con l’APE sociale a 65 anni. Possono andare in pensione con 30 anni di versamenti le seguenti categorie;

  • Disoccupati
  • caregivers da 6 mesi almeno del coniuge o di un parente di primo grado convivente con handicap;
  • invalidi con riduzione della capacità lavorativa superiore o pari al 74%
  • lavoratori che svolgono attività gravose come indicato nell’allegato 3 alla Legge di Bilancio 2022

L’Inps offre APE sociale e NASPI

L’Inps offre ai lavoratori due vie, APE sociale e Naspi. Se un lavoratore viene licenziato dal datore di lavoro e ha già 65 anni di età e 36 di contributi versati a gennaio 2023 può scegliere fra due soluzioni, o andare in prepensionamento con l’APE sociale oppure andare in disoccupazione.

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Tuttavia, per entrare in disoccupazione occorre essere stati licenziati, altrimenti non è possibile richiederla. Infatti, la NASPI corrisponde all’indennità che l’INPS eroga ai disoccupati, ovvero a coloro che perdono il lavoro involontariamente.

Nel caso un dipendente viene licenziato dopo 4 anni di lavoro consecutivo, gli spettano 24 mesi di indennità. Nel caso del 65enne, la scelta migliore è comunque quella di optare per l’APE sociale e arrivare quindi alla pensione di vecchiaia.

In pensione con 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi

Per andare in pensione con l’APE sociale bastano anche 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi. Tuttavia, un lavoratore che compie 65 anni può scegliere se sfruttare la NASPI oppure preferire l’anticipo pensionistico, ovvero l’APE.

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Per quanto riguarda la Naspi, è importante ricordare che l’assegno percepito è pari al 75% dello stipendio preso negli ultimi 4 anni. La NASPI permette anche di godere di due anni di contributi figurativi in più, poiché si tratta di una misura che prevede questo tipo di contribuzione.

Invece, con l’APE è possibile ottenere una pensione adeguata ai contributi versati fino a quando si esce dal mondo del lavoro.

La scelta va quindi fatta con consapevolezza e facendosi consigliare dagli anti appositi che sanno tutto sulle pensioni!

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