Per chi volesse accedere alla pensione anticipata è possibile: ma deve aver iniziato l’attività a questa età nello specifico.
Gli strumenti messi a disposizione dal Governo sono moltissimi, soprattutto in questo 2023 di cambiamenti per i lavoratori e i pensionati. Alcuni soggetti, nello specifico, potranno chiedere di lasciare prima il lavoro ma solo se hanno iniziato a lavorare in questi anni con agevolazioni da prendere in considerazione. L’età per la pensione è sempre più tardi e alcune persone non riescono ad aspettare, o svolgono mestieri pesanti. Per questo motivo si è pensato ad una agevolazione per andare via dal lavoro precocemente.
Lavoro precoce, chi può chiedere la pensione anticipata?
Nel momento in cui è stato introdotto lo strumento denominato quota 41, relativo ai lavoratori precoci, tutti i soggetti interessati hanno voluto saperne di più. Le persone che hanno iniziato a lavorare da molto giovani si chiedono quale sia la via più facile per accedere alla pensione.
Nel sistema previdenziale che esiste qui in Italia, moltissime persone non sanno che si possono considerare i lavoratori minorenni. Quelli che hanno iniziato da giovani, prima dei 18 anni, potrebbero richiedere la pensione anticipata.
Un soggetto che ha iniziato a lavorare quando aveva 16 anni, regolarmente assunto con i libretti, può considerarsi precoce? Ad una età di 63 anni con meno di 41 anni di contributi versati come fa ad accedere alla pensione?
Se si parla di quota 41, ci si riferisce ad uno strumento che mette in evidenza il requisito di 41 anni di contributi versati di cui almeno uno prima dei 19 anni. Questa misura non è per tutti, ma solo per i gravosi – caregiver e coloro che sono disoccupati senza Naspi da non meno di tre mesi. Questo vuol dire che considerare la quota 41 una agevolazione per tutti non è corretto, per questo si devono valutare i casi nello specifico.
Chi ha iniziato a lavorare da minorenne, può uscire prima dal lavoro?
Nella riforma Dini del 1955 si parla di lavoratori precoci, forse per la prima volta in Italia. La normativa richiedeva il 50% di retribuzione su un lavoro svolto prima della maggiore età. Tutte le pensioni contributive precoci mettono l’accento su questa percentuale, consentendo a chi ha versato alcuni contributi di poter uscire prima dal lavoro.
Se durante i 18 anni il soggetto ha lavorato versando contributi prima del compimento del 19 anno, la questione potrebbe essere presa in considerazione da parte dell’INPS.
I lavoratori precoci hanno il vantaggio che impatta positivamente sui contributi versati, con il primo versato nel 1996. In questi 12 mesi di contribuzione valgono i 18 mesi di versamento, al compimento dei 18 anni e della maggiore età.
Cosa vuol dire? La maggiorazione viene usata solo per ottenere tutti i requisiti richiesti, ma non hanno alcun effetto sull’assegno perché contributivo. La quota è data dai contributi versati in toto, anche se il soggetto ha iniziato a lavorare a 16 anni o 19 anni. I casi sono dunque differenti a seconda del soggetto richiedente, meglio chiedere un consiglio agli esperti del settore e lasciare prima il lavoro come desiderato.