Pensione con solo 15 anni di contributi, si può fare: ma solo in questo caso

Pochi ne sono a conoscenza ma in alcuni casi è possibile andare in pensione anche con soli 15 anni di contributi.

15 anni di contributi
15 anni di contributi – imilanesi.nanopress.it

Quello delle pensioni è uno degli argomenti che da sempre anima grandi discussioni, sia per l’età di pensionamento ma anche per la cifra che si riceve mensilmente. Di norma sono necessari almeno 20 anni di contributi versati oltre ad essere in età da pensionamento.

Pensione, i requisiti da soddisfare

Dopo anni di lavoro si comincia a pensare alla pensione come un nuovo inizio, più che a una fine. Si, perché se un tempo il pensionato era la figura del nonno ormai considerato anziano, oggi complice un’aspettativa di vita più lunga sono molti i pensionati che scelgono di dedicarsi con energia ad attività di volontariato, hobbies ecc. Un pensionato quindi più attivo rispetto a qualche anno fa, nonostante l’età di pensionamento sia discretamente avanzata rispetto ad altri paesi.

Per poter andare serenamente in pensione è indispensabile soddisfare due requisiti. Il primo è quello relativo all’età, sia per gli uomini che per le donne bisogna aver compiuto 67 anni di età. Il secondo requisito, non meno importante. è quello dei contributi in regola, cosa da non sottovalutare. Sono necessari infatti un minimo di 20 anni di contributi obbligatori di qualunque tipo versati da parte del datore di lavoro. Sono poi da considerare anche i cosiddetti contributi da riscatto e quelli figurativi, che racchiudono il servizio militare, la malattia e la maternità.

Le deroghe per il pensionamento con 15 anni di contributi

Fino alla fine dell’anno 1992 era possibile andare in pensione con soli 15 anni di contributi.
I successivi sviluppi economici e sociali hanno portato ad oggi a dover essere in possesso di un minimo di 20 anni di contributi utili al pensionamento.
Con la costituzione del nuovo Governo, uno dei temi affrontati è quello delle pensioni. I nuovi vertici infatti non escludono l’ipotesi di un pensionamento flessibile, prima dei canonici 67 anni di età.

Grazie alla cosiddetta “Legge Amato”, sono presenti delle deroghe attuabili in determinate circostanze.

In un primo caso è necessario che il lavoratore abbia maturato 15 anni di contributi prima della data del 31 dicembre 1992. sono considerati validi i contributi sia volontari che obbligatori, oltre a quelli da riscatto. Egli deve essere inoltre iscritto al Fondo dell’ INPS per i lavoratori dipendenti o alla gestione speciale dei lavoratori autonomi.

Calcolo dei contributi
Calcolo dei contributi – imilanesi.nanopress.it

Il secondo caso prevede un’autorizzazione al versamento di contributi volontari in data antecedente il 31 dicembre 1992. I lavoratori che possono accedervi devono essere iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) dell’INPS o essere ex iscritti Enpals.

Nel terzo caso la validità della deroga è solo per i lavoratori dipendenti iscritti all’ AGO o a un fondo di esonero sostitutivo. Bisogna aver maturato 25 anni di anzianità assicurativa, ovvero aver ricevuto l’accredito del primo contributo 25 anni prima della data dei requisiti utili al pensionamento. Sono necessari inoltre 15 anni di contributi e almeno 10 anni di lavoro per periodi inferiori a 52 settimane. In questo caso non sono presi in considerazione gli anni di lavoro svolti interamente nei quali risultano meno di 52 contributi settimanali, come ad esempio accade con il part time.

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