In questi mesi il tema ricorrente è quello della pensione, non si parla d’altro che di questo perché con l’arrivo del 2023, chiunque ha delle aspettative importanti, che in alcuni casi però non potranno che essere deluse.
La crisi economica attanaglia e mette in difficoltà tutti i paesi del mondo, che all’improvviso si sono ritrovati a dover affrontare delle spese non messe in conto, che gravano sulle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.
Il carburante, così come i prodotti alimentari dai necessari, ai non necessari, hanno subito dei rialzi di prezzi incredibili dietro i quali non tutti riescono ad andare perché gli stipendi e le pensioni sono rimasti invariati.
A fronte di tutti questi rincari molte famiglie si sono ritrovate a dover effettuare delle rinunce. C’è chi per esempio sceglie di non fare la spesa una volta a settimana ma una volta al mese acquistando soltanto ciò che è strettamente necessario e chi invece per andare al lavoro si sposta con i mezzi pubblici piuttosto che con i mezzi privati per risparmiare sulla benzina e sul diesel.
Ad averne la peggio sono i pensionati che una volta raggiunta l’età per la pensione dovrebbero poter stare sereni e vivere senza pensieri, invece non è così perché anche loro a partire da adesso rischiano di non arrivare alla fine del mese. A causa dell’inflazione e della crisi economica ci sono alcune pensioni in particolare che corrono il rischio di arrivare al minimo indispensabile, che purtroppo non basta.
In particolare ad essere interessata è la generazione che è nata dal 1965 al 1980, la cui pensione potrebbe essere di soltanto 750 euro. Il calcolo è approssimativo ed è stato fatto in maniera molto generica, prendendo in considerazione uno stipendio medio, ovvero quello di una persona che guadagna circa €9 l’ora e che ha versato contributi per trent’anni.
Il trend delle pensioni è al ribasso. Chi è nato dal 1965 al 1980, chiamata la generazione x, è destinato ad avere pensioni bassissime e a vivere un vero e proprio dramma, a tutti gli effetti, soprattutto considerando la crisi dell’occupazione e gli investimenti.
Il Presidente INPS Pasquale Tridico, parla di una dramma sociale dinanzi al quale c’è veramente poco da fare. Le stime giungono a seguito di una crescita di salari mai avvenuta. I salari sono infatti rimasti stabili negli ultimi vent’anni rispetto alla spesa richiesta per l’acquisto dei beni fondamentali per qualsiasi nucleo familiare.
Il rapporto oxe sulla retribuzione Europea conferma tutto questo: l’Italia secondo queste ultime ricerche è il penultimo Stato rispetto ai paesi dell’eurozona che ha ancora delle retribuzioni bassissime. Sono le più basse di tutta l’Europa.
A questo proposito il Presidente dell’INPS ha più volte invitato chi di dovere a prendere delle decisioni in merito e a modificare gli importi dei salari più bassi che rappresentano le pensioni di domani.
Per calcolare una pensione di 750€ al mese, sono richiesti 30 anni di contributi, €9 l’ora pagati e il pensionamento a 65 anni. In Italia il 32% dei pensionati oggi percepisce meno di €1000 al mese, mentre un terzo dei lavoratori svolge un mestiere comune che permette di guadagnare soltanto €1000 al mese o addirittura meno.
Infine, dato non meno importante, il 23% di tutti i contratti firmati, sono contratti a scadenza, per questo secondo il presidente Pasquale Tridico – come riportato dalle testate nazionali in più occasioni – è necessaria una rivisitazione istantanea del sistema pensionistico, che dovrebbe consentire ai pensionati di vivere un po’ più serenamente la vecchiaia, soprattutto coloro che appartengono che sono nati dal 1990 al 2020, le cui pensioni saranno estremamente ridotte.