A partire da Gennaio 2023 alcune categorie di pensionati vedranno un cedolino di importo più basso. Ecco perché.
Il nuovo anno sarebbe dovuto iniziare all’insegna degli aumenti anche per i pensionati. Molti di loro però si troveranno con pensioni ridotte rispetto al mese precedente, nonostante le promesse fossero ben altre. Vediamo di capire il perché di questa riduzione inattesa.
Il nuovo anno potrebbe non iniziare benissimo per alcuni pensionati. Il cedolino pensionistico relativo al mese di gennaio, già visionabile nel proprio profilo sul sito dell’INPS, riporta un importo decisamente inferiore rispetto a quanto previsto. Le lamentele non hanno tardato ad arrivare, come è possibile ciò?
Le risposte a questa domanda sono in realtà diverse, ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa succede alle pensioni.
Il mancato aumento della rivalutazione ha influito come prima cosa, anche sulla base dell’inflazione aumentata al 12%. C’è da aggiungere inoltre il mancato aumento dell’1,5% che non sarà corrisposto fino all’approvazione della nuova Legge di Bilancio. Lo stesso discorso vale per l’aumento delle pensioni minime a 600 Euro. Tuttavia la riduzione dell’importo non colpirà tutti coloro che percepiscono una pensione, ma solo alcune categorie.
Inps non ha tardato a chiarire tramite una comunicazione il perché di questa riduzione.
Nella comunicazione rilasciata il 22 dicembre 2022, l’INPS chiarisce che nella Legge di Bilancio 2023 sono previste misure che mirano a rimodulare la rivalutazione anche degli assegni pensionistici che superano di 4 volte il trattamento minimo. Per evitare di corrispondere cifre inesatte, è stata quindi applicata una rivalutazione al 100% per tutti coloro che percepiscono un importo pensionistico che rientri in quattro volte nel trattamento minimo in relazione all’anno 2022. Per coloro che invece superano le 4 volte la rivalutazione avverrà nel primo momento utile dopo l’approvazione della nuova Legge di Bilancio.
In sintesi, per adeguarsi all’erogazione dei nuovi importi l’INPS attenderà la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Legge di Bilancio, motivo per cui a gennaio non si attuerà la rivalutazione. Saranno quindi erogati a tutti gli importi senza rivalutazione per poi procedere nei mesi successivi con eventuali conguagli.
Ma c’è un’altra variabile che contribuisce a un importo inferiore per il mese di gennaio. Riguarda le trattenute delle addizionali regionali e comunali del 2022 per il ricalcolo dell’irpef sull’anno. Non si tratta di cifre particolarmente esose, ma contribuiscono comunque ad abbassare il cedolino pensionistico del mese di gennaio. Non è quindi tutta “colpa” dell’INPS.
Per quanto riguarda gli accrediti pensionistici, questi sono previsti per la data del 3 gennaio per coloro che ricevono la pensione automaticamente sul proprio conto corrente, mentre chi riceve l’accredito via Libretto Postale o PostePay la riceverà il giorno prima.
Per tutti gli altri si seguirà un calendario in ordine alfabetico in riferimento al cognome. I cognomi che hanno per iniziale le lettere A e B potranno ritirare la loro pensione il 2 gennaio. Di conseguenza, C e D il 3 gennaio, dalla E alla K il 4 gennaio, dalla L alla O il 5 gennaio, dalla P alla E il 7 gennaio e dalla S alla Z il 9 gennaio.
I pensionati che a gennaio vedranno cedolini più bassi del previsto appartengono a una specifica categoria. Nel dettaglio, subiranno un ribasso tutti coloro che percepiscono una pensione mensile inferiore a 2.101,52 Euro lordi mensili.