Se da un lato c’è l’aumento delle pensioni, dall’altro sono previsti tagli per alcune categorie. Ecco chi ne risentirà.
La rivalutazione delle pensioni è finalmente arrivata. Gli aumenti promessi per il 2023 e fino ad oggi visti solo da alcuni pensionati, saranno effettivi per tutti a partire dal prossimo mese di marzo. Nonostante ciò, però, ci sarà chi risentirà di alcuni tagli non indifferenti sul proprio cedolino pensionistico. Vediamo quali saranno le categorie più colpite e per quale motivo.
Aumento delle pensioni e tagli, chi ci rimette
Come ben noto, la categoria dei pensionati vede un’alta percentuale di anziani che vivono ogni mese con cedolini minimi o di poco superiori. Con il costo della vita sempre più alto, l’aumento delle bollette e l’inflazione schizzata alle stelle, sono sempre di più i pensionati che non arrivano materialmente a fine mese.
Nella Legge di Bilancio 2023 è stata prevista anche una manovra per l’aumento delle pensioni, proprio per riuscire a risollevare quanto più possibile la situazione economica. Grazie a questo provvedimento infatti, le pensioni minime hanno visto un incremento fino ad arrivare a una cifra di 600 Euro per i pensionati con più di 75 anni di età.
La rivalutazione prevede degli aumenti per tutte le categorie ma a beneficiare realmente di un cedolino più alto saranno solamente coloro che percepiscono una pensione più bassa, motivo per cui le nuove rivalutazioni potrebbero non essere del tutto apprezzate da alcuni pensionati.
Come precedentemente accennato, a marzo si vedranno i veri aumenti. Questi, in vigore già da gennaio, non sono stati ancora accreditati sui cedolini pensionistici per motivi legati alle tempistiche tra l’approvazione della Legge di Bilancio e l’INPS. Nel mese di marzo però, verranno corrisposti anche gli arretrati spettanti.
Diverso il discorso per le pensioni entro 4 volte il minimo. I pensionati con un reddito mensile lordo inferiore ai 2100 Euro hanno potuto beneficiare già dal primo mese del 2023 dei nuovi adeguamenti. Ma non è tutti, perché se per alcuni sono previsti aumenti, per altri sono invece attesi dei tagli.
Tagli alle pensioni, ecco perché e a chi
Il nuovo sistema perequativo delle pensioni è studiato per favorire le categorie con redditi inferiori. Favorendo le fasce più basse, soprattutto le minime, inevitabilmente si è reso necessario tagliare le pensioni più alte. Ogni anno è prevista una perequazione in percentuale e, rispetto allo scorso anno, quella prevista per il 2023 andrà a penalizzare alcune fasce di pensionati.
Rispetto ai vecchi scaglioni, prendiamo ad esempio un pensionato che percepisce una pensione pari a 2.100 Euro lordi. Per questa categoria l’adeguamento prima era al 100%, con una percentuale del 90% sulle eccedenze. Con il nuovo sistema perequativo, invece, l’adeguamento sarà all’85% e sul totale della pensione, non più solo sulle eccedenze, per le quali si avrà una riduzione del 5%, ma del 15% sul totale.
Ne segue che pensioni più alte risentiranno di tagli maggiori. Una pensione di 2.500 Euro lordi al mese, che prima vedeva un aumento di 180 Euro al mese, da quest’anno vedrà scendere l’aumento a 155 Euro, ovvero ben 35 Euro in meno. Salendo di importo, i pensionati che percepiscono 3.000 Euro al mese vedranno una riduzione maggiore, per loro la perdita mensile sarà pari a 100 Euro.
Aumenti quindi ce ne saranno, ma solo per alcune fasce e a discapito di altre, in quanto purtroppo la situazione economica del nostro paese non consente grandi margini di movimento.