Ci sono ben sei categorie che potranno ricevere gli aumenti di pensione, ma tutte le altre non vedranno alcuna cifra aggiuntiva: chi sono gli sfortunati?
Il Governo Meloni è concentrato sull’adeguamento delle pensioni e non solo. Infatti la legge italiana prevede l’aumento delle cifre, in merito all’inflazione dell’anno precedente: questo vuol dire che con una percentuale che ha superato il 7% tutte le pensioni 2023 avranno un netto aumento.
È un dovere per legge, anche se le ipotesi che sono al vaglio dell’Esecutivo sono tantissime e potrebbero giovare una buona parte di pensionati. Dall’altra parte, ci sono alcuni soggetti che non potranno beneficiare assolutamente dell’aumento e si ritroveranno con una quota bassa o comunque uguale a quella del 2022. Proviamo a fare chiarezza?
Cosa succederà nel 2023 con le pensioni?
Una misura favorevole che trova spazio nel 2023 per moltissimi pensionati. Come anticipato, altri soggetti non potranno godere di questa novità e si ritroveranno con la cifra di sempre. Il costo dell’operazione, come riportato da alcuni media che si occupano di pensioni ed economia, arriva sino a 1milardo di euro considerando che non tutti gli assegni potranno aumentare.
Le rivalutazioni riguardano soprattutto determinate categorie e si è già potuto notare un anticipo nei mesi di ottobre e novembre. L’aumento provvisorio è stato del 2%, per poi adeguarsi correttamente dal mese di gennaio 2023 in poi.
Chi non ha ricevuto l’aumento, degli aventi diritto, potrà percepire la percentuale completa dello 7,3% in totale. Ovviamente, nel mese di dicembre moltissimi pensionati hanno potuto avere anche l’aumento legato alla tredicesima e al bonus di 154,94 euro dell’assegno previdenziale INPS.
Pensionati che non riceveranno l’aumento nel 2023
Nel mese in corso, le pensioni minime sono state aumentate di 11 euro da aggiungere alla tredicesima, con applicazione dell’adeguamento del 2,2%. Non solo, coloro che non superano i 6.915,55 di reddito pensionistico riceveranno anche il bonus di 154,94 euro come sopra già anticipato.
E nel mese di gennaio 2023? Dal prossimo anno in poi ci sarà l’adeguamento con la rivalutazione del 7,3%. La Legge di Bilancio si basa su tre fasce di reddito, con adeguamento al 100% sino a quattro volte l’assegno minimo INPS.
Poi la seconda fascia prevede un adeguamento del 90% sempre sino a 4/5 volte il minimo dell’assegno INPS. Il terzo scaglione è del 75% per assegni di 5 volte superiori. Ora le fasce sono diventate sei per il 2023, con una previsione di incremento totale e la rivalutazione dell’8,8% per il 2023 e 10% per il 2024.
Attenzione, perché ci saranno quindi rivalutazioni che comprenderanno anche gli assegni che sono superiori sino a 10 volte il minimo. Chi non avrà alcun aumento? Tutti i soggetti che non rientrano nelle sei categorie menzionate dal Governo e:
- Tutte le prestazioni che sono a carico di assicurazioni facoltative
- Coloro che hanno indennizzi di varia natura, come pensioni di invalidità o assegno sociale
- Tutte le prestazioni di accompagnamento oppure fondi bilaterali
- Pensioni di vecchiaia considerate a cumulo.
Alcune di queste categorie potrebbero avere un aumento della pensione che esula dall’assegno che viene erogato a fine mese.