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Economia e Lavoro

Pensioni, cosa cambia con la nuova manovra della Meloni

La manovra relativa alle pensioni del Governo Meloni ha introdotto alcune novità che si prospettano piuttosto buie per i Millennials. Vediamo di cosa si tratta.

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Andare in pensione prima dei 67 anni, con la nuova manovra, sembrerebbe quasi impossibile. Vediamo perché.

Manovra pensioni: le novità

La riforma delle pensioni è stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Giorgia Meloni. Di fatto, però, tale riforma non è ancora arrivata. Oggi, però, si parla della manovra che modificherà in parte le pensioni di vecchiaia per il 2024. Vediamo le novità.

Da un lato il Governo ha l’obiettivo di agevolare la pensione per i Millennials (coloro che sono nati tra gli anni ’80 e metà ’90), per lo meno sulla carta perché di fatto potrebbe rivelarsi quasi impossibile andarci prima dei 67 anni. Ciò sarebbe dovuto ad alcuni aggravi.

Stando a quanto riportato da La Repubblica, chi andrà in pensione a 67 anni potrà andarci con un reddito più basso di adesso di un terzo (si parla di circa 17mila euro). Chi, invece, andrà in pensione a 64 anni, o per lo meno, ci vorrebbe provare, avrà bisogno di una retribuzione superiore del 7% rispetto a quella odierna ovvero 46 mila euro.

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A chi si applicheranno le novità

La manovra che prevede nuove regole, si potrà applicare a chi ha iniziato la sua carriera lavorativa a partire dal 1/1/1996. Tali lavoratori potrebbero iniziare a lasciare il lavoro a partire dal 2030, se versano i contributi necessari.

Le regole attualmente in vigore, quelle della Legge Fornero, constano di due vincoli per tali soggetti. Essi possono andare in pensione a 67 anni se hanno versato 20 anni di contributi. Inoltre, è necessario avere un assegno superiore a 1,5 volte quello sociale (si parla di 755 euro). La pensione anticipata, ovvero quella a 64 anni, è possibile sempre con 20 anni di contributi ma l’assegno deve essere superiore di 2,8 volte (cioè 1409 euro).

Tali vincoli, per chi ha lasciato anticipatamente il lavoro in questi ultimi anni, non sono esistiti grazie alla presenza di alcune agevolazioni.

Con la nuova manovra ne consegue che un lavoratore dipendente potrà andare in pensione di vecchiaia soltanto se, per 20 anni, è riuscito a guadagnare 17 mila euro lordi l’anno. L’autonomo, invece, ne dovrà versare 24 mila euro. L’assegno pensionistico per entrambi sarà di appena 503 euro. Si stima che, nel 2024 saranno circa 5000 i pensionati che rientreranno in queste categorie.

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Il Governo ha affermato di aver predisposto che i 20 anni di contributi non saranno più fissi ma proporzionati alla speranza di vita ovvero crescenti con il passare del tempo.

Published by
Rita Paola Maietta