Pensioni di marzo 2023, 7 nuovissime novità in arrivo: nuovi importi e aumenti

Tante novità in arrivo per le pensioni di marzo 2023. Le principali sono sette, sono volte a modificare un sistema che già da anni richiede modifiche per soccorrere in modo particolare i contribuenti in difficoltà.

nuovi importi e aumenti
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Il 2023 sarà un anno piuttosto ricco per i pensionati e non soltanto perché saranno modificati persino i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata.

Come prima cosa con la legge di bilancio è stata introdotta quota 103, richiesta da anni da molti lavoratori, in particolare da coloro che sono impegnati a svolgere mestieri difficili, pesanti, usuranti.

Ecco alcune delle novità portate dal nuovo Governo Meloni

Quota 103 va a sostituire quota 102. Sarà utilizzata per tutto l’anno corrente e avrà a che fare con i lavoratori che hanno 62 anni di età e 41 anni di contributi e che quindi rientrano nei requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2023. Questi lavoratori potranno andare in pensione prima del dovuto.

L’unica nota stonata in tutto questo è che con quota 103 la pensione non potrà mai superare un importo di 5 volte la pensione minima. Poi si parla della seconda novità ovvero di opzione donna che riguarda il pensionamento anticipato per le lavoratrici. Opzione donna è stata confermata per tutto il 2023.

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Questa novità è rivolta soltanto ad alcune categorie particolari di lavoratrici, per esempio le caregiver ovvero coloro che svolgono da 6 mesi assistenza a parenti o coniugi con delle patologie invalidanti, oppure con disabilità uguale o superiore al 74%. Infine è rivolta alle donne che sono state licenziate a seguito della crisi dell’azienda lavorativa.

Per poter andare in pensione con opzione donna bisogna avere 60 anni di età se non si hanno figli, 59 con un figlio, 58 con due o più figli e sempre 58 in caso di disoccupazione. Poi una terza novità a che fare con l’adeguamento delle pensioni all’inflazione. Il Governo ha dato il via alla rivalutazione del 7,3%, secondo quanto stabilito dai dati Istat.

Rivalutazioni e pensioni minime, le novità più importanti per tutti i pensionati

La legge di bilancio fissa un nuovo meccanismo per la rivalutazione, per gli anni che vanno dal 2023 al 2024 per aiutare tutti coloro che percepiscono assegni inferiori a quattro volte il minimo, dando la possibilità ai contribuenti di ricevere dei supporti economici che vanno ad aumentare il potere di acquisto.

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Si prosegue poi con l’aumento delle pensioni minime, ovviamente in via transitoria. Gli aumenti sono validi per tutti i pensionati over 75​ con una pensione inferiore a €600, che sarà portata direttamente a 600 per tutti quanti. Gli incrementi previsti sono dell’1,5% per il 2023 per chi percepisce una pensione minima avendo un’età pari oppure inferiore a 75 anni e per il 2024 del 2,7% sempre per i titolari delle pensioni minime.

Un’altra novità riguarda i coefficienti di trasformazione usati per il calcolo degli assegni pensionistici. In poche parole quando si arriva all’età del pensionamento si determina l’importo che sarà versato mensilmente. A questo si applicano i coefficienti di trasformazione per scoprire qual è l’importo della pensione annua. Ovviamente questi indicatori sono diversi e dipendono dall’età del lavoratore in questione.

Addizionali e cedolini di marzo, le pensioni ricche del 2023

Poi si prosegue con le addizionali regionali e comunali. A decorrere della pensione di gennaio 2023, vengono trattenute anche le addizionali in undici rate, quest’anno la somma sarà ridotta in modo consistere per andare incontro a tutti coloro che si sono trovati in difficoltà economica a causa della crisi.

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Per concludere, l’ultima novità riguarda i cedolini dei pensionati del mese di marzo, che riceveranno un trattamento superiore a 4 volte il minimo e che godranno di cifre importanti. L’INPS andrà a pagare anche gli arretrati, che chi ha pensioni minime ha ricevuto nei mesi di gennaio e febbraio.

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