Qui di seguito tutti gli aggiornamenti sugli aumenti delle pensioni a partire da gennaio 2024. Ecco le novità che ci attendono.
Grande attesa e curiosità per quanto riguarda gli aumenti delle pensioni a partire da gennaio del prossimo anno. Il motivo della rivalutazione delle pensioni è proprio l’inflazione: l’aumento esponenziale del costo dei beni e dei servizi si riversa sulle finanze dei pensionati e non solo. Spesa al supermercato, rifornimento di carburante, bollette di luce e gas e tutto il resto rendono sempre più difficile arrivare a fine mese. Gli aumenti che hanno colpito questi settori non sono più sostenibili per pensioni e stipendi che rimangono invariati da anni.
L’unico modo possibile per restituire ai pensionati il loro potere di acquisto è stabilire un aumento degli introiti mensili. Quel che si teme è che l’attesa e la speranza siano vane: la piega che prende di giorno in giorno l’attività governativa non è promettente. In base agli ultimi avvenimenti e alle attività del governo, scopriamo insieme se andiamo effettivamente verso un aumento delle pensioni.
Come già specificato, la situazione economica generale non è delle migliori. Il potere di acquisto di pensionati e lavoratori è nettamente diminuito. Con stipendi e pensioni rimasti invariati non ci si può permettere più lo stesso tenore di vita di qualche anno fa: è indispensabile fare qualche rinuncia per arrivare a fine mese. Le cifre degli stipendi e delle pensioni medie non sono compatibili con l’aumento dell’inflazione conseguente alla guerra scoppiata in Ucraina nel 2022. Lo scopo del governo, in teoria, è quello di concedere un aumento delle pensioni, una rivalutazione al tasso di inflazione.
Ad oggi abbiamo qualche chiarimento in più su questo fronte: arriva l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Nota di Aggiornamento del Documento di economia e finanze. A gennaio del 2024, come ogni anno, avverrà un’adeguamento dell’importo delle pensioni al tasso di inflazione. Questo è il cosiddetto meccanismo di perequazione, ma nascono alcuni dubbi. Si sta discutendo molto su una possibilità molto reale e rischiosa, ovvero che si taglino di molto gli aumenti che spettano.
Il pieno e completo aumento del 100% spetta solo alla prima fascia, ovvero ai pensionati che percepiscono una pensione che non superi i 2600 euro al mese. L’Esecutivo intende escludere la seconda fascia di pensionati da questi aumenti: costoro percepiscono pensioni 4 o 5 volte più alte del trattamento minimo. Non si esclude, inoltre, che la percentuale di indicizzazione scenda all’80%. Quel che è certo è che gli aumenti saranno meno abbondanti per coloro che percepiscono pensioni più alte del trattamento minimo. Il 53% per pensioni più alte di 5 o 6 volte quelle minime; il 47% per le pensioni 6 o 8 volte più alte di quelle minime.