La riforma delle pensioni è un tema molto dibattuto dall’attuale Governo ma sembra che non si arrivi ancora al dunque. Vediamo cosa succederebbe se si inserisse, anche in Italia, il modello scandinavo.
Il modello delle pensioni scandinavo prevede una uscita dal lavoro a fasi e la formazione di chi prenderà il posto di chi lascia. Il tutto con costi minimi per chi assume.
Quale futuro per le pensioni in Italia?
Un tema molto dibattuto nell’attuale governo, che è stato portato anche in campagna elettorale, riguarda la riforma delle pensioni che, ad oggi, non sembra essere del tutto arrivata. Ecco perché si palesa la possibilità di adottare il modello scandinavo che regola la pensione, anche nel nostro paese.
A grandi linee, si tratta i un modello che consente al lavoratore uscente di poter continuare a lavorare, diminuendo via via le ore di lavoro. Poi, l’azienda che gli permetterà di prendere la pensione, nel frattempo, si occuperà di formare un lavoratore, che non superi i 35 anni di età, che dovrà prendere il suo posto.
A proporre il sistema della pensione scandinavo è stato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy. Secondo lui, si tratterebbe di un modello che potrebbe permettere un ricambio generazionale nelle aziende italiane, garantendo il ritorno massiccio dei contratti a tempo indeterminato anche per gli under 35.
Egli ha ricordato anche che la riforma pensionistica non è stata ancora attuata a causa delle scarse risorse economiche disponibili al Governo. Bisognerà comunque attendere la legge di Bilancio del 2024.
La proposta al Governo
Il sistema pensionistico scandinavo permetterebbe ai lavoratori di poter lasciare il lavoro prima. Infatti, se oggi si arriva alla pensione a 67 anni, con queste prospettive si potrebbe arrivare a 65, con un assegno che non subirebbe penalizzazioni. Si tratterebbe di un sistema che andrebbe ad affiancare la misura denominata Quota 103, con l’estensione dell’Ape Sociale.
In sostanza, adottando il modello scandinavo, l’uscita dal lavoro e l’arrivo alla pensione sarebbe progressivo. Parallelamente, verrebbe formato un sostituto che poi sarà assunto. Ciò costituirebbe una vera e propria novità per il sistema che regola la pensione in Italia, considerato tra i più desueti d’Europa.
Per quanto riguarda i costi che andrebbe ad affrontare lo stato, con l’adozione di un modello tale, sarebbero piuttosto ingenti. Infatti, lo Stato dovrebbe occuparsi di pagare la pensione con due anni in anticipo, per metà. Inoltre, dovrebbe stanziare delle risorse per incentivare le imprese ad assumere dei lavoratori giovani in qualità di apprendisti.