Bergamo è anche chiamata Città dei Mille, un nome che ha origine nell’800, periodo conosciuto come Risorgimento italiano.
Nel 1815 dopo il Congresso di Vienna, Bergamo che prima faceva parte della Repubblica Cisalpina, passa sotto il dominio austro – ungarico. Decisione a cui molti bergamaschi si opposero.
Così l’8 agosto del 1859 Garibaldi libera la città. Nella notte fra il 5 e il 6 maggio del 1860 il condottiero, insieme a 174 – 178 bergamaschi, salparono in direzione di Quarto.
Sbarcarono a Marsala portando a compimento anche i disegni, voluti all’epoca, di Unità Nazionale. In un secondo momento, da Bergamo partirono altri 300 volontari che vennero arruolati da Francesco Cucchi e Francesco Nullo.
I volontari si unirono all’avanzata delle camicie rosse. E presro parte alle diverse imprese di Garibaldi. Si dice che presero parte all’incirca 900 uomini, i quali provenivano da tutto il territorio bergamasco.
“Da Quarto a Volturno” , le memorie di Giuseppe Cesare Abba
Nonostante il tentativo fallito dell’invasione del Trentino, episodio conosciuto come “fatti di Sarnico” e progettato a Trescore Balneario, una località termale a pochi chilometri da Bergamo, Garibaldi riconobbe il coraggio di questi uomini nel sostenere la causa nazionale.
E, di conseguenza, diede l’appellativo di Città dei 1000 a Bergamo e ai suoi valorosi soldati. La notizia è testimoniata anche da Giuseppe Cesare Abba ed è raccolta nel suo libro di memorie “Da quarto a Volturno”.
Il primo intervento da parte di Garibaldi nella città bergamasca risale ai Moti del ’48. Proprio in quell’anno l’eroe dei due mondi entrò a Bergamo con 3700 uomini per aiutare la città a difendersi contro gli austriaci.
Bergamo, però, venne riconquistata dagli Asburgo e nel 1859, durante la seconda guerra d’indipendenza a Bergamo ritornò Garibaldi. Passò attraverso la porta di San Lorenzo, oggi ribattezzata Porta di Garibaldi, e liberò la città dagli austriaci.
Garibaldi aveva saputo creare un rapporto molto vivo e stretto con la città di Bergamo. Ed è proprio grazie a questo rapporto che la partecipazione alla spedizione dei 1000, in realtà, secondo le fonti furono molti meno, fu così attiva.
“Città dei Mille” compare anche sulla cartellonistica della città
Le stesse divise garibaldine di colore rosso indossate dai volontari, secondo alcune fonti, sembra fossero state prodotte da un consorzio di ditte in Valgandino, un paese in provincia di Bergamo
Un appellativo di cui gli abitanti di Bergamo vanno molto fieri. Infatti, ancora oggi è possibile leggere “Città dei 1000” sui vari cartelli turistici della città. Non solo, ma anche diverse attività commerciali e manifestazioni portano questo nome.