Peste suina, in Lombardia c’è un piano anti abbattimenti

La regione Lombardia punta su un piano abbattimenti peste suina e maiali infetti. Nella regione è stata scoperta una task force di macelli impegnata a lavorare anche la carne di maiale probabilmente infetta, per non rinunciare a venderla.

Allarme Peste Suina
Allarme Peste Suina – Imilanesi.Nanopress.it

Proprio la settimana scorsa nella zona del Pavese sono state ritrovate due carcasse di cinghiali infetti. La Lombardia ha 2.700 allevamenti e 4,1 milioni di maiali, con questi numeri rappresenta la metà della suinicoltura italiana.

Qualora la peste suina dovesse prendere piede nella regione, gli allevatori sarebbero costretti ad abbattere i maiali allevati nelle zone infetti, andando a creare un danno ingente. Di conseguenza la produzione nazionale di carne e di salumi Dop e Igp sarebbe messa in ginocchio e la ripresa sarebbe tutta in salita. 

Piano macelli, c’è la proposta

Durante una riunione che si è tenuta nella Regione Lombardia con le Ats, le associazioni degli allevatori quindi Cia, Confagricoltura e Coldiretti e industriali Assica e Assocarni è arrivata la proposta. Secondo il piano, tutti gli animali, compresi quelli provenienti da zone infette possano essere macellati, rispettando però due condizioni. I maiali devono risultare essere provenienti da allevamenti sottoposti a misure di biosicurezza rafforzata. E i macelli designati devono essere in grado di garantire la separazione di tutte le partite. Soltanto in questo modo e nel rispetto delle misure indicate, la carne macellata può essere commercializzata nel mercato.

Bisogna specificare che la peste suina non si trasmette all’uomo. Ma la situazione diventa complicata per l’export verso i Paesi extra-Ue, perché per esempio le zone Giappone, Cina e Taiwan  non l’accettano. In Emilia Romagna, ci sono il 12% dei maiali allevati in Italia. Ne vengono macellati in grande quantità. In Lombardia, la peste suina è già arrivata, e per questo motivo si sta già parlando di corsa contro il tempo. Si devono rafforzare le misure, come dice Paolo Maccazzola, presidente di Cia Lombardia. Per esempio è importante disinfettare gli automezzi che entrano negli allevamenti, limitando l’accesso ai soli rappresentanti delle case produttrici di fitofarmaci.

Cosa bisognerà fare per mettere in sicurezza gli allevamenti della Lombardia

Dopo aver messo in sicurezza gli allevamenti, bisognerà fare il possibile per ottenere l’ok dai macelli che devono garantire il doppio binario produttivo. Nella regione intanto si rafforzeranno le misure di controllo, si useranno quindi i droni e l’esercito, per procedere agli abbattimenti dei cinghiali selvatici. Poi con i fondi che arriveranno prossimamente si provvederà ad aumentare le recinzioni e ad isolare le zone in cui sono state ritrovate le carcasse infette.

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Gli allevatori sono preoccupati per una situazione particolarmente rischiosa per la loro categoria

Gli allevatori, parlando di un’emergenza trascurata, non si è fatto nulla in favore dell’abbattimento dei cinghiali selvatici, responsabili della trasmissione della malattia in tutti i territori. Adesso a farne le spese saranno gli allevamenti in regola, gli allevatori della zona che non sanno cosa li aspetta.

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